ISABEL ALLENDE E LA MAGIA DELLE SUE STORIE

Isabel Allende – © Lori Barra

«È molto strano scrivere la propria biografia perché è solo una lista di date, eventi e risultati. In realtà le cose più importanti della mia vita sono accadute nelle stanze segrete del mio cuore e non hanno posto in una biografia. I miei risultati più significativi non stanno nei libri, ma nell’amore che mi lega ad alcune persone, specialmente nella mia famiglia, e nei modi in cui ho cercato di aiutare gli altri. Quando ero giovane spesso mi disperavo: c’era così tanto dolore nel mondo e io potevo fare tanto poco per alleviarlo! Ma ora guardo indietro alla mia vita e mi sento soddisfatta perché davvero sono stati pochi i giorni in cui non ho tentato».

Si descrive con queste parole Isabel Allende sul suo sito ufficiale. Il lunghissimo elenco di romanzi, articoli e premi non basta a descrivere l’autrice, che da trent’anni, quando nel 1982 pubblicò La casa degli spiriti, emoziona e coinvolge il pubblico con storie sempre nuove che ti lasciano incollato al libro, pagina dopo pagina. E quando arrivi alla fine, vorresti che la storia continuasse ancora. Isabel Allende è nata a Lima, in Perù, nel 1942, ma è vissuta in Cile fino al 1973 lavorando come giornalista. Dopo il golpe di Pinochet si è stabilita in Venezuela e, successivamente, negli Stati Uniti. Con il suo primo romanzo, La casa degli spiriti del 1982 (Feltrinelli 1983), si è subito affermata come una delle voci più importanti della narrativa contemporanea in lingua spagnola.

La scrittura per Isabel è innanzitutto un tentativo di preservare la memoria e nutrire le proprie radici, che non affondano in un luogo fisico ma solo nei suoi libri. E infatti tutti i suoi romanzi hanno qualcosa della scrittrice, non necessariamente avvenimenti autobiografici ma sentimenti, emozioni, incontri ed esperienze di vita vissuta.

C’è Isabel, la sua infanzia e la tragedia della sua famiglia in Paula (1995), in cui l’autrice racconta la malattia e la morte delle figlia. Anche il suo primo romanzo è nato come una lunga lettera al nonno, con cui la Allende è cresciuta, e solo successivamente si è trasformato nel libro che ha dato il via a una carriera ricca di successi. Ma c’è Isabel in ogni figura femminile tratteggiata dalla scrittrice cilena. Donne forti e coraggiose che si trovano spesso ad affrontare sfide più grandi di loro, donne passionali e ricche di immaginazione che si consacrano all’amore senza mai perdere la loro identità e la loro missione. Donne reali eppure eroine, che affrontano la quotidianità con grinta e determinazione e non si perdono d’animo di fronte alle difficoltà della vita, sempre pronte a inseguire un sogno o l’amore.

Nei romanzi della Allende c’è anche la storia, quella con la S maiuscola, raccontata in modo appassionante attraverso gli occhi dei protagonisti. C’è il golpe di Pinochet e gli anni della repressione del regime, il fenomeno dei desaparecidos, la guerra in Vietman, la corsa all’oro nella California dell’800, la conquista del Cile e la rivoluzione che ha portato alla fondazione della repubblica haitiana. Storia e storie si fondono per dare vita a personaggi straordinari e racconti coinvolgenti, in grado di trascinare il lettore dritto nelle pagine del libro.

Con Feltrinelli ha pubblicato anche: D’amore e ombra (1985), Eva Luna (1988), Eva Luna racconta (1990), Il Piano infinito (1992), Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci (1998), La figlia della fortuna (1999), Ritratto in seppia (2001), La Città delle Bestie (2002), Il mio paese inventato (2003), Il Regno del Drago d’oro (2003), La Foresta dei pigmei (2004), Zorro. L’inizio di una leggenda (2005), Inés dell’anima mia (2006), La somma dei giorni (2008), L’isola sotto il mare (2009), Il quaderno di Maya (2011). Inoltre Feltrinelli ha pubblicato Per Paula. Lettere dal mondo (1997), che raccoglie le lettere ricevute da Isabel Allende dopo la pubblicazione di Paula, e La vita secondo Isabel di Celia Correas Zapata (2001).

Piera Vincenti

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto