L’Albicocca tra proprietà nutrizionali, storia e cultura dei popoli

Oggi ti voglio parlare di un frutto che ha molte proprietà e poche controindicazioni. Mi riferisco all’albicocca, disponibile sulle nostre tavole da maggio a luglio. Nel giardino della mia casa natia c’era e c’è ancora uno splendido albicocco che io apprezzavo in tutta la sua magnificenza. Piccolo e concentrato questo albero per me era magico. Ricordo che da bambina gli accarezzavo il tronco e un po’ riuscivo a sentire dentro di me la sua forza e magnificenza; quando poi i frutti spuntavano magicamente era una grande festa perché quel sapore succulento deliziava il mio palato infantile.

Oggi mi capita di acquistarle, siccome l’albicocco – che si trova a casa dei miei genitori – non porta molti frutti come allora, ma il sapore è diverso, meno succulento. Per la Medicina Tradizionale Cinese l’energia del cibo si preserva per poche ore dopo il raccolto, di conseguenza le albicocche che raccoglievo e mangiavo all’istante nutrivano il mio corpo e il mio spirito. I cinesi, che la sapevano lunga, avevano anche compreso che il cibo è dotato di due energie: yin e yang. Potrei paragonarle all’energia della notte (yin) e all’energia del giorno (yang).

L’albicocca, con le sue proprietà e le sue poche controindicazioni, è dotata di entrambe le energie, come tutte le cose in natura, anche se ricorda molto l’utero della donna per la forma: porta dentro di sé un seme (yin) per l’inizio di un nuovo ciclo. Ha tuttavia le sfumature del sole (yang) che crea la vita. Gli indiani direbbero che l’arancione è collegato al secondo chakra, cioè al punto energetico della creatività. L’albicocca però è anche tendenzialmente gialla e quindi rievoca il terzo chakra, cioè quello del plesso solare che coordina la digestione.

Albicocca: proprietà e controindicazioni

Questo frutto estivo è rinfrescante e ci dona tutto ciò di cui abbiamo bisogno d’estate: acidi organici, zuccheri, vitamine A, B e C, sali minerali ed oligoelementi. Il ferro, il magnesio e il bromo rendono l’albicocca particolarmente indicata nelle anemie sideropeniche e come ricostituente del sistema nervoso.

Ne giovano particolarmente gli anemici, i soggetti demineralizzati, ipotonici o affetti da sindromi ansioso-depressive. L’albicocca migliora la digestione, dona forza, aumenta la visione notturna e la resistenza alle malattie. Abbiamo parlato delle proprietà ma quali sono le controindicazioni?

L’albicocca ha un’azione lassativa, quindi è controindicata in chi ha la diarrea, ma è anche inadatta alle persone affette da diabete, dal morbo di Crohn e nei soggetti con funzionalità epatica compromessa per la presenza del ferro e del beta-carotene. Inoltre è sconsigliata in chi ha alti livelli nel sangue di ferritina e sideremia e in quei soggetti con tesaurismosi di vitamina A.

Oltre le proprietà? La simbologia dell’albicocca tra storia e cultura

La simbologia dell’albicocca è alquanto affascinante, tanto che ha incuriosito il regista Luca Guadagnino nel film Chiamami con il tuo nome, dove troviamo questo frutto spesso. Nel dialetto del mio paese natio le albicocche si chiamano precoche. Questo termine deriva nientemeno che dal latino praecoquus (vuol dire precoce) che a sua volta arriva dal verbo praecoquĕre: “maturare precocemente”.

[blockquote style=”2″]Il cinema ha sempre prestato attenzione alla simbologia del cibo, un binomio vincente. [/blockquote]

L’albicocca, dunque, è il simbolo dell’amore omosessuale tra i due protagonisti del film di Luca Guadagnino che si consuma precocemente come il fuoco ardente. Rappresenta dunque la passione e, come avrebbero detto gli antichi medici indiani, è sinonimo di creatività; matura infatti in primavera e ci lascia a luglio quando ne avremmo più bisogno, proprio come farebbe un amore fugace che lascia però il segno dentro di noi trasformandoci.

Sulla tavola in una sequenza del film di Guadagnino pesche ed albicocche

Le popolazioni più antiche delle terra conoscevano la simbologia del cibo (ogni alimento ha un significato per il nostro inconscio sia individuale e sia collettivo) che oggi abbiamo perso. Gli Hunza vivono in Pakistan e sono tra le genti più longeve del pianeta. Per loro la ricchezza di un uomo non si valuta da quanto denaro possiede bensì dal numero di Albicocchi che ha. E non è un caso.

Questo albero, che appartiene alla famiglia delle Rosacee, la stessa del mandorlo, delle ciliegie, della pesca e della prugna, arriva dalla Cina ed ha una storia molto antica che risale a 5mila anni fa. Fu introdotto in Italia dai Romani ma si diffuse nell’area del Mediterraneo grazie agli arabi. Matura bene in un clima caldo, temperato e asciutto. Dal suo seme si estrae un olio vegetale utilizzato in cosmetica (è un ottimo antirughe e idrata la pelle) e per fini alimentari grazie alle sue proprietà antiossidanti ma questa è un’altra storia che affronteremo a breve…

Dott.ssa Maria Ianniciello, naturopata e giornalista pubblicista

Seguimi sui social e sul mio sito personale www.mariaianniciello.it

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto