Ho sempre considerato Ennio Morricone una sorta di Leonardo Da Vinci dei tempi moderni, genio italiano delle sette note, straordinario inventore di capolavori in musica che tutto il mondo ci invidia. Credo che l’Italia non abbia mai riconosciuto pienamente il valore di questo artista più unico che raro, capace di realizzare opere equiparabili soltanto ai sogni più incredibili che l’essere umano possa mai desiderare di fare. Morricone è patrimonio dell’umanità: da oltre mezzo secolo, la sua arte ci consente di viaggiare nel tempo e nello spazio, di percorrere con la mente e con il cuore strade che mai avremmo immaginato potessero condurci oltre i confini della realtà. Mi piace l’idea di un Morricone-mago, uno di quei personaggi delle fiabe dotati di un potere talmente misterioso e forte da sprigionare note ogni qualvolta ne abbia voglia e necessità, magari attraverso una bacchetta magica o le dita della sua mano. O forse il Maestro è semplicemente un artigiano che, fin da bambino, ha saputo sacrificarsi e dedicare intere giornate allo studio e al metodo, per crescere e diventare il musicista e compositore più importante e stimato del Novecento.
Tutti noi lo conosciamo soprattutto per aver realizzato colonne sonore di celebri film, in particolare delle pellicole western dirette da Sergio Leone: da “Per un pugno di dollari” (1964) a “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”, fino al gangster-movie “C’era una volta in America”. Eppure sono oltre 500 le composizioni per il cinema che Ennio Morricone ha regalato nel corso della sua lunga e proficua carriera, arrivando a collaborare con numerosi registi italiani e stranieri, da Bertolucci a Carpenter, toccando i generi più disparati (thriller, fantascienza, storico, erotico). Sodalizi che hanno consentito ai film di accrescere notevolmente la propria visibilità e di ottenere un successo probabilmente insperato, mentre al Maestro di vincere numerosi premi internazionali: David di Donatello, Nastri d’Argento, Leone d’Oro, Golden Globes, Grammy Awards, Bafta, ma soprattutto un Premio Oscar nel 2007, un riconoscimento meritato, più volte sfiorato (5 nominations senza vittoria), per una carriera costellata di capolavori e successi (con oltre 70 milioni di dischi venduti).
Nell’infinito mosaico di opere e di bellezze che Ennio Morricone ha contribuito a creare dagli anni Cinquanta ad oggi, vi sono centinaia e centinaia di tasselli colorati che spaziano dalla musica da camera a lavori sinfonici (per solista e per orchestra), così come composizioni corali e opere teatrali. E poi arrangiamenti che hanno impreziosito testi e melodie di importanti brani (indimenticabile “Se telefonando” di Mina del 1966, uno dei più grandi successi della cantante di Cremona) nonché musiche per trasmissioni e produzioni televisive (contribuendo allo sviluppo della radiofonia post-bellica e alla nascita della televisione).
Le sue origini umili (è nato e cresciuto in una famiglia modesta di Trastevere durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale) e le difficoltà riscontrate da ragazzo per poter studiare e affermarsi come musicista (seguendo le orme del padre trombettista), gli ricordano ogni giorno quanto sia importante dedicare se stessi e le proprie energie alla realizzazione di un sogno, ma anche quanto sia fondamentale aiutare le nuove generazioni, alle prese con ostacoli di diversa natura ma ugualmente complicati da superare. Oltre alle collaborazioni con artisti (tra le ultime, quelle con Elisa e Laura Pausini), ritroviamo il Maestro Morricone nelle vesti di insegnante presso il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone, importante realtà alla cui nascita ha attivamente contribuito.
Sono tanti gli artisti che negli anni hanno preso spunto dalle opere musicali di Morricone, rendendo omaggio alla sua arte e alle composizioni che più hanno saputo emozionare il mondo: i Muse, ad esempio, sono soliti chiudere i propri concerti con una versione rock di “Man with a Harmonica” (tratto da “C’era una volta il West”); i Metallica non perdono occasione, durante i propri live, di proporre “L’estasi dell’oro” e di realizzare cover di brani morriconiani, per non parlare dell’amore, mai nascosto, di Quentin Tarantino per il Maestro, al quale ha dedicato la colonna sonora di “Kill Bill” (vol. 1 e vol. 2) e di “Bastardi senza gloria”. Negli ultimi anni, tra incarichi e collaborazioni affidategli in tutto il mondo, Ennio Morricone ha trovato anche spazio ed energie per dirigere l’Orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala e l’Orchestra Roma Sinfonietta. Un vero esempio di dedizione e di professionalità, oggi più di ieri: alla veneranda età di 86 anni, non possiamo che imparare e inchinarci di fronte alla forza, all’incontenibile passione e all’impegno con i quali il Maestro Morriconi mette a disposizione il proprio talento, realizzando opere d’arte capaci di rendere questo mondo più bello e stimolante.
C’era una volta il west: http://youtu.be/qgZl4TzPV_k
Silvia Marchetti