Sister Act – Il Musical: Teatro Brancaccio, Roma. E’ davvero difficile descrivere, tramite una tastiera, tanta bellezza ammirata in un solo spettacolo. Forse basterebbe una parola: spettacolo, appunto, ma non renderebbe l’idea su ciò che invece è questo musical, scommessa ampiamente vinta dal direttore del Teatro Brancaccio, Alessandro Longobardi, firmata da Viola Produzioni in collaborazione con la Compagnia della Rancia, da sempre sinonimo di altissima qualità, per la regia sempre brillante di Saverio Marconi. Sister Act è un musical meraviglioso, una sferzata di fresca energia, magistralmente interpretato da ogni singolo attore sul palco e valorizzato da quelle maestranze tutte italiane che da anni insegnano il mestiere in giro per il mondo. Dalle scenografie sorprendenti di Gabriele Moreschi, ai costumi bellissimi di Carla Accoramboni, dalle luci di Valerio Tiberi alla direzione musicale di Stefano Brondi, alle coreografie coinvolgenti di Rita Pivano, tutto concorre al confezionamento di uno show che rimarrà impresso negli occhi e nel cuore di chi avrà la fortuna di non perderlo.
Ma non basterebbe se mancassero le emozioni, linfa vitale del teatro, di ogni genere. A quelle ci pensano i protagonisti in scena, che trasformano la bellissima storia dell’omonimo film del 1992, scritto da Joseph Howard, in qualcosa di assolutamente travolgente. Oltre le voci, sfoderate in ben 25 brani musicali scritti dal premio Oscar Alan Menken (La bella e la bestia, La sirenetta, Aladdin, tra i tanti) che mai annoiano né distolgono l’attenzione dal filo drammaturgico, anche le brevi parti recitate sono convincenti e sostenute da un ritmo serrato e i performers sorprendono nella facilità con cui, nel medesimo quadro, passano con disinvoltura dal parlato al cantato, senza un’incertezza. La storia è nota, la cantante Deloris Van Cartier, interpretata dalla trascinante Belia Martin, molto convincente con il passare dei minuti, che si esibisce in un night in Nevada, è l’amante del gangster Curtis (un Felice Casciano in gran forma) ed ha la sfortuna di assistere all’omicidio dell’autista del boss. Terrorizzata, fugge e cerca riparo in una stazione di polizia. L’ispettore Eddie Souther (Marco Trespioli, voce incantevole) la convincerà a testimoniare e le offrirà protezione nascondendola sotto falsa identità in un convento di suore, dove Deloris rivoluzionerà il coro stonatissimo e, tra le preoccupazioni della Madre Superiora (una straordinaria Francesca Taverni), avrà modo di apprezzare i valori dell’amicizia e riscoprire un nuovo modo di affrontare la vita, fino al finale corale, entusiasmante, rappresentato da una “Jam” davanti a Papa Paolo VI.
Tanti gli aspetti che hanno stupito del musical Sister Act, di cui pochi immaginavano le sorprese e la ricchezza di particolari, la molteplicità delle ambientazioni, la capacità, con un montaggio serrato delle scene, di riuscire a raccontare la storia farcendola di deliziose coreografie, di canzoni orecchiabili, di voci potenti e di quella divertente leggerezza che contraddistinse il film, ma che in questo caso è ancora più piacevole. Il cameo di Pino Strabioli, divertente e divertito nel ruolo di Monsignor O’Hara, aggiunge sorrisi con spiritosi riferimenti all’attualità, seppure la storia sia ambientata negli anni ‘70 per una felice intuizione della regia. Suor Cristina, attesissima nel ruolo della novizia Suor Maria Roberta, vista dal vivo è impressionante per la potenza della sua voce rapportata al fisico minuto, che quasi scompare vicino a tutte le altre “sorelle”. Un ruolo ben gestito, mai preponderante. Sorprese sceniche, cambi d’abito inaspettati, disegno luci stellare, personaggi tutti ben caratterizzati, dalla banda di gangster svitati (Torrieri, Leone e Crudo), eccezionali nei loro stacchetti in falsetto, alla divertentissima Suor Maria Lazzara (Claudia Campilongo, sempre all’altezza) direttrice del coro ante-Deloris, una grande armonia in scena, fanno di questo Sister Act uno spettacolo che riempie gli occhi e scalda il cuore. Una carica di energia positiva, da non perdere, come raramente accade. In scena al Brancaccio fino al 24 gennaio 2016.