Nel 2030, secondo l’OMS, i diabetici nel mondo saranno 366 milioni. Già oggi superano i 200 milioni: un esercito di persone destinate, se non curate con attenzione, a soffrire di patologie croniche con costi insostenibili per i sistemi sanitari. Il diabete, però, si può curare e forse, in un futuro non troppo lontano, persino guarire. Molti progressi si sono ottenuti in campo farmacologico ma le promesse più grandi vengono dai sostituti del pancreas, l’organo che produce l’insulina e che è maggiormente coinvolto nella genesi della malattia. I laboratori di Camillo Ricordi, a Miami, hanno sviluppato la tecnica del trapianto di isole pancreatiche e stanno lavorando alacremente per creare, da cellule staminali, tessuti in grado di produrre insulina. Potrebbe essere la cura definitiva. Nel frattempo, però, per la gran massa di pazienti, l’importante è prevenire i danni agli organi per l’eccesso di glucosio. I consigli del grande scienziato hanno permesso di mettere a punto un programma di gestione della malattia che facilita la vita del paziente e ne migliora la prognosi – qui proposto al grande pubblico. Il segreto? Sta tutto nella capacità di autogestire la terapia e l’alimentazione quotidiana. Il libro “La fine del diabete” – che uscirà a settembre 2012 per Dalai editori ed è scritto da Camillo Ricordi e Daniela Ovadia – ha dunque un duplice scopo: spiegare la natura del diabete e come conviverci, attraverso storie esemplari di pazienti. E far luce sulle ricerche all’avanguardia contro la malattia, di cui ricordi è la più grande speranza. Non solo medica. Perché, convinto che il modello vincente di ricerca stia nell’interazione scientifica che superi i confini nazionali e i vincoli normativi, lo stesso Ricordi ha creato un’alleanza per mettere insieme le intelligenze di tutto il mondo al servizio di una «cura per tutti».
Camillo Ricordi erede della nota famiglia discografica, da tempo vive e lavora negli Usa. Ha ideato un metodo che permette di isolare e trapiantare cellule pancreatiche, il che lo rende il maggior esperto mondiale nella lotta contro il diabete. Insegna all’Università di Miami e ne dirige il Diabetes Research Institute. Recentemente ha lanciato il Cure Focus Research Alliance, network non profit che collega scienziati di tutto il mondo per superare gli ostacoli normativi alla ricerca e ottenere cure per tutti.
Daniela Ovadia con una formazione in medicina e neuroscienze, insegna giornalismo scientifico all’Università Statale di Milano. Scrive per numerose testate tra le quali «Le scienze» e «Mente e Cervello». È direttore scientifico di Agenzia Zoe. Collabora come esperta in bioetica con l’ospedale Niguarda di Milano e l’Università di Pavia.