Si racconta che un ufficiale in pensione dell’esercito britannico, Peter Kelder, durante uno dei suoi numerosi viaggi, negli anni trenta, conobbe dei monaci Tibetani. Sembra che questi lama conoscessero la “Fonte della Giovinezza”.
Non è facile per un occidentale penetrare la filosofia di vita orientale e tutto può destare stupore. Eppure il cuore della Fonte sembrava essere racchiuso in 5 semplici esercizi da praticare ogni giorno, tutti i giorni, esercizi che i Tibetani chiamano riti per conferire importanza e sacralità a ogni singolo movimento e a ogni singola pausa.
Tutto qui? È mai possibile?
Provare per credere.
Gli orientali a differenza degli occidentali non aborrano la vecchiaia, anzi sostengono che ogni stagione della vita se vissuta in pieno, in armonia con se stessi e con l’universo è sempre e comunque meravigliosa. I Tibetani dovrebbero consentire l’armonia a livello del corpo, della mente e dello spirito e una persona in armonia è una persona sana e giovanile. Tutto questo è stato letto dagli occidentali come l’eterna gioventù, dunque filtrato attraverso uno spirito e un modo di concepire la vita completamente diverso. Il risultato però non cambia. Chi pratica questi riti si garantisce l’eterna giovinezza.
Questi esercizi in realtà lavorano sull’apertura dei chakra, vortici di energia che collegano le nostre energie con quelle dell’universo, una sorta di ponte tra il dentro di noi e il fuori, potenti campi elettrici, invisibili a occhio nudo, ma incredibilmente reali.
Questi vortici ruotando a grande velocità consentono all’energia di scorrere verso l’alto garantendoci buona salute e vitalità. Se il vortice rallenta o si blocca subentra la malattia o si inizia a invecchiare.
Per ottenere risultati visibili, veloci e riacquistare armonia è necessario che ognuno dei chakra svolga il suo compito.
Di seguito l’elenco dei 7 chakra principali con i relativi colori:
Chakra della corona
Chakra delle sopracciglia
Chakra della gola
Chakra del cuore
Chakra del plesso solare
Chakra arancione
Chakra delle radici
Il primo rito, che per qualcuno va praticato come esercizio finale, lavora contestualmente su tutti i vortici accelerandone la velocità e a differenza degli altri quattro non richiama nessuna posizione yoga, ma una danza Sufi.
Per il riequilibri energetico, per il benessere e per l’eterna giovinezza, in realtà esistono diversi metodi portati avanti da diverse scuole sia orientali che occidentali.
Personalmente ho praticato i Tibetani per diverso tempo e ne ho tratto beneficio, devo però anche aggiungere che questi riti, in apparenza molto semplici, non sono privi di controindicazioni e un’esecuzione scorretta può portare diversi problemi o almeno accentuare problematiche già esistenti come ad esempio provocare infiammazioni alla cervicale o di ernie già esistenti. Inoltre agendo su diverse ghiandole ne è sconsigliato l’uso a chi soffre di tiroide o ha altre patologie.
Dunque cosa fare? Desistere?
Assolutamente no, semplicemente non affidarsi al caso e eseguire gli esercizi previo controllo medico e sotto la guida di un maestro almeno finché non si è diventati padroni della tecnica.
“Per realizzare il miracolo dell’eterna giovinezza bisogna innanzitutto desiderarlo. Dovete accettare non solo l’idea che si tratti di un evento possibile, ma di qualcosa che riuscirete ad ottenere.” Colonnello Kelder
Donatella De Bartolomeis