Ieri tante emozioni e soprattutto molte domande intelligenti da parte degli alunni degli Istituti coinvolti in “Aspettando il Giffoni”- la manifestazione che si sta svolgendo a Avellino dal 21 maggio scorso e che comprende una serie di iniziative di elevato spessore culturale, fra cui anche l’incontro con i cinque finalisti del Premio Strega 2012, tenutosi ieri sera presso l’auditorium della Banca della Campania. Nel corso della serata, che è stata organizzata con la Fondazione Bellonci, sono intervenuti tra gli altri il direttore della Banca della Campania, Francesco Fornaro, e Alberto Foschini di Strega Alberti. Il dibattito, che è stato coordinato dalla giornalista del Tg2 Maria Concetta Mattei, ha offerto molti spunti di riflessione sulla scrittura e sulla letteratura, facendo emergere alcune similitudini fra i romanzi in gara; una fra tutte l’introspezione delle singole storie, in cui viene tracciato il profilo umano e in particolare psicologico di ogni personaggio, mettendo in risalto la fragilità dell’esistenza. A precedere l’intervento di ogni scrittore la voce suadente dell’attore Eduardo Siravo che, accompagnato dalla violista Caterina D’Amore, ha letto alcuni passi delle cinque opere.
GLI INTERVENTI DEI FINALISTI DEL PREMIO STREGA 2012
A prendere per primo la parola Gianrico Carofiglio che, parlando del suo libro “Il silenzio dell’Onda” (Rizzoli) ha precisato che «l’onda non è solo quella dei ricordi ma è anche una straordinaria metafora della vita intesa come equilibrio e squilibrio». A rappresentare Marcello Fois, assente per altri impegni, invece c’era la casa editrice che ha definito “Nel tempo di Mezzo” (Einaudi che appartiene gruppo Mondadori) «un percorso verso le radici, verso la Sardegna dei suoi avi dove Vincenzo, il protagonista, approda riducendo quello spazio che c’è fra il nostro nome, cioè fra noi stessi, e il nostro cognome, che invece ci è stato tramandato». Ancora più intricata la vita dei personaggi di Lorenza Ghinelli che ne “La colpa” (Newton Compton)- come sostiene la stessa autrice- scava «nelle profondità dell’Io per capire cosa accade dopo il “fattaccio”, cioè dopo l’evento traumatico». «Non mi interessa la cronaca nuda e cruda della violenza fisica e psicologica perché mi appassiona quello che succede dopo, in modo da non indugiare nella situazione negativa bensì riedificare», precisa la Ghinelli che prima dell’evento, con la redazione di Cultura e Culture, esprime la propria soddisfazione per questo importante traguardo: «Sono veramente contenta e emozionata di essere arrivata a questo punto del concorso– dice-. E’ un’esperienza che speravo di vivere ma che sicuramente non mi aspettavo. Mi piace rimanere con i piedi per terra, l’ho fatto prima e continuerò a farlo fino alla fine di questo percorso che decreterà il vincitore del Premio Strega. Non so se sarò io, però la sola partecipazione dà maggiore visibilità al libro e questo è sempre positivo». Poi, la Ghinelli aggiunge: «Dietro al romanzo c’è sempre tanta fatica ma è ciò che amo fare. Ho incontrato tante persone e vissuto bei momenti, anche accumulando stress. Aspetto la metà di luglio, quando il premio Strega sarà concluso, per cominciare a scrivere il prossimo romanzo. E’ già tutto nella mia testa… non posso dare anticipazioni».
Anche Alessandro Piperno afferma, sempre dietro le quinte di Aspettando il Giffoni, che «arrivare tra i cinque finalisti è una bella soddisfazione», anche se un po’ se lo aspettava. «Sono supportato da un gruppo editoriale importante e questo fa la differenza- dichiara-. Il processo di scrittura è stato faticoso; il romanzo chiude un dittico che ha segnato la mia carriera. Lo Strega è un premio complesso, fatto di tante tappe e non si ha mai la garanzia di arrivare in finale però regala anche tanti spunti divertenti, è un momento di arricchimento. Dopo questa esperienza desidero soltanto un po’ di riposo– continua Piperno-. Tra la stesura del romanzo e la sua promozione e il lavoro all’università non ho avuto un momento libero. Mi prenderò una pausa e poi tornerò a scrivere. C’è già un libro in programma, ma è allo stato embrionale». Grande assente Emanuele Trevi, autore di Qualcosa di scritto (Ponte delle Grazie). Lo scrittore, che nella “semifinale” ha preso più voti, è stato degnamente rappresentato dalla sua casa editrice che definisce questo romanzo quasi didascalico, «ricco di insegnamenti, perché fa capire quanto la rabbia, se canalizzata bene, può condurre verso il successo».
LA VOTAZIONE
La serata si è conclusa con la votazione delle scuole che hanno eletto Emanuele Trevi (17 voti); questo voto si andrà ad aggiungere a quelli della finale del 5 luglio a Roma. E… adesso non ci resta che attendere!
Maria Ianniciello
Si ringrazia Piera Vincenti per il dietro le quinte