Si dice che la pubblicità sia l’anima del commercio. Ed è vero! Ma, prima della pubblicità, vengono i servizi o meglio le grandi arterie di collegamento; esse possono essere naturali, come il mare o un fiume, o edificate dall’uomo, come le strade! Lo avevano capito bene le civiltà antiche che fondavano le loro città nei pressi dei fiumi. In Italia invece, anziché creare una rete infrastrutturale che colleghi il Sud prima con se stesso e poi con il Nord, si riducono i fondi in due ambiti che sono legati tra loro: l’istruzione (quindi la ricerca) e le opere pubbliche. In sintesi se non ci sono ingegneri qualificati non ci saranno mai strade e per forza di cose non ci sarà progresso! Ecco perché questi due settori sono interconnessi. Più c’è competenza più c’è sviluppo, più ci sono strade più l’economia gira! Sono concetti lapalissiani eppure a molti appaiono astrusi…
Ieri pomeriggio sono andata alla cerimonia di commemorazione dell’avvocato Francesco Flammia, politico irpino deceduto 10 anni fa. Alla fine della manifestazione è stato proiettato un documentario mandato in onda dalla Rai negli anni Settanta quando cominciarono i lavori della Napoli-Bari, in gergo la A16, che collega i territori di Benevento e Avellino con le due aree metropolitane della Campania e della Puglia. I giornalisti della Rai intervistarono un giovane Flammia che illustrava i benefici della nuova arteria. Inutile dire che all’epoca gli agricoltori del posto, dati gli espropri, come è nel costume dell’Italia avversa alle novità, protestarono senza mezzi termini. La A16 ha fatto uscire dall’isolamento aree che – come si è visto nel filmato – vivevano in assoluta povertà, anche se questa occasione non si è saputa o non si è voluta sfruttare! Forse perché dall’Alto, come afferma Pino Aprile, le direttive erano chiare: non collegare il Sud con se stesso, dato che il Mezzogiorno è una COLONIA. Quindi, con il tempo poco hanno potuto fare uomini come Francesco Flammia, che ha lasciato un ricordo positivo e indelebile negli abitanti di Grottaminarda (Avellino), il suo paese.
A mio avviso bastava creare una rete stradale capillare in modo da collegare i paesini più sperduti con la A16 e al contempo favorire la nascita di una mentalità imprenditoriale locale in ogni settore, anche e soprattutto in quello agricolo (l’Irpinia è terra del vino e dell’olio), per dare a queste zone quella spinta di cui avevano bisogno…
Io da inguaribile ottimista sono convinta che oggi più di ieri queste terre hanno una grande opportunità di crescita! La nuova occasione è nei tanti giovani che vanno via con una laurea e con il desiderio di ritornare nella loro terra natia per dare quel contributo di cui queste popolazioni hanno tanto bisogno…
Maria Ianniciello