«Dottore, cosa mi rifarebbe?», la domanda scatta a 18 anni. Ma quanto costerebbe rifarsi come le viene consigliato? Quanto guadagnano i medici? E perché non si può parlare di bellezza senza mettere in campo migliaia di euro? Al Giffoni Film Festival arriva il documentario inchiesta sul business della bellezza “Body Shopping – Appena ho 18 anni mi rifaccio” realizzato da Cristina Sivieri Tagliabue per “Non Chiederci La Parola” e diretto da Daniela Robecchi.
Carla, diciottenne pugliese, vuole diventare un’attrice del cinema ma non si vede bella abbastanza. Convince dunque i ricchi genitori a pagarle un intervento di plastica che la cambierà completamente e la farà sentire all’altezza della futura professione. Il suo chirurgo, che già la chiama Carlà come Carla Bruni, insieme a nani e starlette e ballerine, è parte del suo universo di riferimento. Questa è la trama del documentario-inchiesta tratto dal libro “Appena ho 18 anni mi rifaccio” (2009, Bompiani) che parte dalla storia di Carla per esplorare, attraverso un viaggio in prima persona della giornalista Cristina Sivieri Tagliabue, l’Italia artificiale ed il backstage del business della bellezza.
Seguiremo quindi Cristina che si mette nei panni delle giovani “cavie”, testa in prima persona i consigli di differenti chirurghi plastici, chiede loro cosa si dovrebbe rifare scoprendo che non c’è nulla, del proprio corpo, che esteticamente sia a posto. Anche se le multinazionali che operano nel settore non vogliono interviste, un mediatore finanziario illumina la strada: nella medicina del benessere i medici sono “dealer”, venditori. E i pazienti sono clienti. Per questo hanno rateizzato gli interventi, e gli autori si chiedono se siamo come le auto, a cui cambiar pezzi.
Body Shopping è prodotto da Non Chiederci La Parola, giovane casa di produzione video specializzata in series, spot e docufilm, con una particolare attenzione al mondo femminile. L’obiettivo è mostrare il mondo attraverso occhi diversi, con autenticità, ironia e leggerezza. Fondata l’8 marzo del 2008 da un’idea di Cristina Sivieri Tagliabue, giornalista e scrittrice, Non Chiederci La Parola (che deve il suo nome ad una poesia di Eugenio Montale) si avvale della collaborazione di artiste, giornaliste, autrici, disegnatrici, montatrici, registe e producer e manager. Per le attività sociali svolte ha raccolto il patrocinio del Consiglio d’Europa, Triennale di Milano, Festival Internazionale di Giornalismo, Università degli Studi di Milano e di Bologna, Consorzio Aaster. Il docufilm è stato realizzato dal collettivo artistico Le Occasioni grazie ad un bando di Fondazione Cariplo dedicato alla “Creatività Giovanile”.