Presentare il “Libro blu dello spreco idrico in Italia” in una piscina puo’ sembrare un ossimoro, ma è chiaro il valore aggiunto: il Centro Federale di Trieste della Federazione Italiana Nuoto – su iniziativa di Franco Del Campo, direttore sportivo e docente di filosofia – coniuga la cultura dell’acqua, tra sport e movimento, con la promozione di libri, book crossing, mostre e arte, permette davvero – caso unico in Italia e forse in Europa- di “nuotare tra i libri”. Protagonista della conversazione sarà l’agroeconomista Andrea Segrè, autore assieme a Luca Falasconi, del “Libro Blu degli sprechi idrici in Italia” (Edizioni Ambiente, nelle librerie italiane dall’11 luglio), secondo volume prodotto nell’ambito della campagna “Un anno contro lo spreco” promossa da Last Minute Market. Il libro si presenta a Trieste in anteprima assoluta (martedì 3 luglio, ore 18 Piscina Bianchi) e proietterà il pubblico nell’evidenza dello spreco idrico troppo spesso legato anche e soprattutto allo spreco del cibo. In Italia abbiamo sprecato, solo nel 2010, 1,2 miliardi di metri cubi d’acqua (pari al lago d’Iseo), per produrre 1,5 milioni di tonnellate di prodotti agricoli abbandonati nei campi. Il 70% dei consumi di acqua dolce, a livello planetario, è impiegata nel settore agricolo (poco meno del 40% nei paesi industrializzati, poco più dell’80% nei Paesi in via di sviluppo) e dietro ai pasti che consumiamo quotidianamente ci sono enormi quantità di acqua, circa 3600 litri per un’alimentazione a base di carne o 2.300 litri per una dieta vegetariana. In un anno la dieta mediterranea utilizza poco più di 1700 metri cubi di acqua pro capita mentre quella di tipo anglosassone ben 2600 metri cubi pro capite. Per la produzione di un chilo di carne di manzo servono 16 mila litri di acqua, mentre per produrre una tazza di caffè ci vogliono 140 litri.
Info: www.unannocontrolospreco.org