Nella splendida cornice del Chiostro di Santo Spirito di Castel Baronia (Avellino) sono stati premiati i vincitori del Concorso di poesia dialettale “Le radici poetiche del linguaggio subalterno”, ideato dalla Casa editrice “Il Papavero” di Donatella De Bartolomeis e patrocinato dal Comune di Castel Baronia.
Ad aggiudicarsi il primo premio è stato Salvatore Salvatore di Carife, Avellino. Insegnante di materie letterarie, giornalista, scrittore, poeta, da trent’anni direttore di Vicum, periodico dell’Associazione P.S.Mancini, ha pubblicato di poesia dialettale e in lingua, storia, ricerca antropologica. Queste le motivazioni della giuria: «La poesia “Calàta r’ sole” – “Tramonto” del noto poeta e letterato irpino Salvatore Salvatore può essere considerata quale descrizione-rappresentazione particolarmente “felice” del momento magico del tramonto. Quando cioè il sole “gioca con una nuvola” e “le mette addosso una vestaglia d’oro”, per cui la terra viene a confondersi con il cielo e la natura sembra concentrarsi tutta sulla favola bella ed evanescente della vita. Il poeta descrive quindi, con vaghi accenti evocati dai canti del Leopardi e del Pascoli, il mondo della natura e quello dell’opera dell’uomo nell’approssimarsi dell’ombra della notte, dove in ogni caso i segni dell’amore si ritrovano rinvigoriti e rinsaldati in una prospettiva di perenne rinascita».
Al secondo posto si è piazzato Pompilio Dottore di Castel Baronia, Avellino. Responsabile della biblioteca comunale P.S. Mancini, cultore di storia e tradizioni locali, collabora alla rivista Vicum. Ha riscoperto il ciaschino, l’antico idioma usato dai Castellesi per non farsi comprendere dai forestieri. La giuria ha decretato che «la composizione poetica “Nuij sim’ Brigant’” – “Noi siamo briganti” rappresenta un notevole esempio di poetica “castellese” da parte dell’ottimo poeta Pompilio Dottore. Il quale rievoca, con tono affabulatorio e di racconto, l’ambiente tipico dell’epopea del “brigantaggio”, già descritto in alcuni canti popolari sin dal Medioevo e successivamente tornati di moda sul finire dell’Ottocento, a causa del diffondersi del fenomeno del brigantaggio nel Meridione d’Italia. Alcuni tratti della poesia qui considerata sembrano ispirarsi alle ballate di Guccini, di De André, di Dalla e di altri poeti-cantanti contemporanei, risultando in tal modo idonea a descrivere efficacemente e con leggerezza alcuni tipici contesti “epici” dell’Irpinia. La rappresentazione vorrebbe, in particolare, esaltare le “virtù” che tendono a fare dei briganti, a loro modo, dei personaggi mitici, dato che nell’immaginario popolare essi sono portati a combattere con coraggio, anche a prezzo della vita, i soprusi e le prepotenze del potere costituito».
A completare il podio Rita Margherita Rossi di Bergamo, che pubblica i suoi versi su “Giopì” organo ufficiale del Ducato di Piazza Pontida – Bergamo. Queste le motivazioni: «La Commissione ha particolarmente apprezzato la composizione poetica “I rüghe” – “Le rughe” della poetessa bergamasca Rita Margherita Rossi, che interpreta il sentimento del trascorrere del tempo e dei segni indelebili che esso lascia sul volto di ciascuno di noi in una sintesi di emozioni, in parte ispirate alla poetica di un Quasimodo, con grande serenità d’animo, all’insegna della speranza. Anche se viene comunque evocata, con qualche pacata nota di tristezza e di nostalgia, la sindrome del “nido vuoto”, che caratterizza la terza stagione della vita, confortata comunque dai “baci dei figli che oramai…se ne sono andati”.».
Al quarto posto troviamo Salvatore Cangiani, di Sorrento. Insegnante di materie letterarie ha pubblicato una dozzina di testi di poesia dialettale e in lingua. Per la poesia ha ricevuto circa settecento riconoscimenti in tutte le regioni d’Italia. «Con la poesia “’O Munno” – “Il mondo” – scrive la giuria – il poeta sorrentino Salvatore Cangiani descrive il nostro mondo “palla dipinta che è fatta di niente” con una profonda vena di pessimismo. L’autore sembra tuttavia suggerire una qualche possibile via di fuga attraverso “un velo di luce” o una “goccia di vita”, che qua e là consentono di fruire di un “lampo di sole”. Un attimo di luce che potrebbe quindi sconfiggere “l’ombra che passa” e dare un senso alla nostra inconsistente quotidianità».
Il Premio speciale del Presidente della Giuria, Benito Melchionna, è stato assegnato a Demetrio Latella di Reggio Calabria. Attore e scenografo della Compagnia Teatro di Reggio, si dedica da diversi anni alla ricerca sul teatro popolare. Ha pubblicato di poesia dialettale e si è aggiudicato diversi riconoscimenti in merito. Il Presidente della Giuria ha ritenuto di attribuire un Premio speciale «quale concorrente in rappresentanza della Regione Calabria, che si è particolarmente attivata ai fini del buon successo del concorso, al poeta reggino Demetrio Latella. Con la sua composizione poetica “’U mari r’a vita” – “Il mare della vita”, il Latella fornisce infatti un eccellente saggio della forza della natura nell’incessante rinnovarsi della vita. In particolare, la metafora del gioco notturno della luna con le onde e la riva del mare rappresenta una sorta di affresco cromatico suggestivo e di rara efficacia descrittiva. Sono qui, tra l’altro, evocati tratti del sentimento mediterraneo, particolarmente avvertito e nobilitato dalla tradizione delle terre di Calabria. Dove un cielo amico e un mare che ancora oggi racconta l’epopea di Ulisse, leniscono – “senza che il dolore sia una sventura” – l’affronto e le difficoltà di paesaggi tormentati, tuttora di struggente bellezza, anche a dispetto dell’uomo».
Presenti alla manifestazione il sindaco di Castel Baronia, Carmine Famiglietti, il segretario Franca Molinaro, il rappresentante del Centro Documentazione poesia del Sud Paolo Saggese, l’editrice Donatella De Bartolomeis, l’assessore alla Cultura della Provincia di Avellino Girolamo Giaquinto, il presidente della VI commissione Cultura della Regione Campania Antonia Ruggiero. Coordinerà il giornalista RAI Andrea Covotta. Questa sera, domenica 12 agosto 2012, la festa proseguirà nella piazza di Castel Baronia con la sagra dello spezzatino, che sarà accompagnata da un concerto e dall’inaugurazione di una mostra di artigianato locale presso il Palazzo Mancini.