La Cina dei luoghi comuni, la Cina delle mille contraddizioni. Ma com’è realmente questo grande Paese? Paolo Rumiz, in visita al figlio lontano per ragioni di lavoro, nel libro “Maledetta Cina”, ci porta in dono pezzi di una nazione poco conosciuta: le guardie immobili sulle soglie dei condomini, i grattacieli-vivai in cui lavorano migliaia di formiche operose, a cui fanno da contrasto i galoppanti risciò; le robuste e affatto attraenti massaggiatrici che, lontane dagli erotismi associati a vanvera al loro mestiere, rasentano la forza bruta; i campi da basket installati con dissacrante violenza nella mitica Città Proibita; i flussi delle masse simili al “sistema circolatorio di un organismo immenso e complesso, da radiografare dalle arterie principali fino ai più minuti capillari”. Tutto, persino l’assai discussa e diffusa usanza dello sputo, assume un nuovo aspetto. Potenza dello sguardo acuto di un grande narratore e osservatore che si posa sull’inquinato cuore pulsante della Cina.