Sono partiti, venerdì 24 agosto 2012, dall’aeroporto di Cagliari dopo un mese di vacanza, trascorsa in Sardegna, in provincia di Oristano i 12 bambini giapponesi, tra i 7 e i 12 anni, provenienti nell’area di Fukushima; per questi bambini rimarrà un’estate indimenticabile, soprattutto grazie all’affetto delle famiglie che li hanno accolti e alle numerose attività svolte con l’Associazione Orto dei sogni, sostenuta nel suo programma di solidarietà anche dal Comune di Milano. Durante le quattro settimane di permanenza in Italia i bambini hanno soggiornato nell’Ostello di Zuradili a Marrubiu e hanno passato giornate al mare seguendo una corretta e regolare alimentazione. Ad Arborea, vicino ad Oristano, hanno praticato l’ippoterapia alla House Country e hanno visitato la Centrale del latte. Hanno assistito alla liberazione in acqua di una tartaruga e hanno conosciuto il folklore locale partecipando alla festa della Sartiglia e seguendo “lezioni” di cucina sarda. Hanno infine visto i laboratori di danza e di ceramiche locali oltre a visitare il Museo di ossidiane e antropologia sarda di Marrubiu.
Il programma di cura, sostenuto dal Comune di Milano, che ha integrato le donazioni dei cittadini milanesi alle popolazioni colpite dal terremoto, ha avuto lo scopo di aiutare le vittime del sisma, dello tsunami e dell’incidente nella centrale nucleare di Fukushima. L’associazione Orto dei sogni, nata nell’ottobre del 2011, si è occupata in particolare della salute dei bambini colpiti dalle radiazioni con l’obiettivo è migliorarne la salute psicofisica, attenuando i traumi del disastro. Da lì l’iniziativa di organizzare soggiorni in Italia sul modello di quanto avvenne oltre 25 anni fa con i piccoli di Chernobyl.
Grazie anche al sostegno del Comune e dei milanesi, quindi, i bimbi di Fukushima hanno trascorso un periodo di vacanza in cui, oltre a conoscere un meraviglioso angolo del nostro Paese, hanno potuto godere di attività tese a migliorare la loro salute psicofisica vivendo a contatto con la natura in uno splendido parco vicino al mare.
I 12 bimbi ospitati in Sardegna provengono tutti dalla Prefettura di Fukushima, in zone in cui l’esposizione alle radiazioni è nettamente superiore a 1 millisievert all’anno: le loro famiglie non possono trovare cure e riposo all’estero per motivi economici e sociali.