«La democrazia è ammalata dei suoi stessi eccessi: la libertà è diventata tirannia, il popolo si è trasformato in una massa manipolabile, il desiderio di promuovere il progresso si è mutato in spirito di crociata». Intorno a queste premesse ruota il nuovo saggio di Tzvetan Todorov intitolato I nemici intimi della democrazia, in uscita il 13 settembre per Garzanti (collana Saggi Corsari, pagg 252, € 16,40). L’autore, voce fra le più autorevoli del nostro tempo, lo presenterà in unica data italiana a pordenonelegge 2012, la Festa del Libro con gli Autori in programma dal 19 al 23 settembre, con centinaia di grandi protagonisti internazionali e una ventina di prime editoriali.
Il Novecento è stato segnato dalla lotta della democrazia contro i regimi totalitari. Oggi, per molti osservatori la sfida alla democrazia arriverebbe dai fondamentalismi religiosi e dal terrorismo, oltre che dalle brutali dittature che li proteggono. Ma secondo Todorov questa visione è sbagliata, fuorviante e pericolosa. Oggi la democrazia non ha più nemici esterni in grado di metterla in pericolo. I rischi per la democrazia ora arrivano invece dal suo interno: un individualismo spinto all’eccesso, un neo-liberismo avido e senza più regole, la deriva populista. È proprio per questo che oggi la democrazia, per sopravvivere, ha bisogno di rinnovarsi: alla ricerca di un nuovo equilibrio tra i valori su cui è fondata. Tzvetan Todorov, bulgaro, classe 1939, vive in Francia dall’inizio degli anni Sessanta. Direttore di ricerca onorario al Centro Nazionale di Ricerca Scientifica di Parigi, ha ricevuto numerosi premi in Italia e all’estero, tra i quali, nel 2008, il premio Principe delle Asturie per le Scienze sociali. Con Garzanti ha pubblicato La letteratura fantastica (1970), Teorie del simbolo (1984), Di fronte all’estremo (1992), Una tragedia vissuta (1995), Memoria del male, tentazione del bene (2001), Il nuovo disordine mondiale (2003), Lo spirito dell’illuminismo (2007), La letteratura in pericolo (2008), La paura dei barbari (2009), La bellezza salverà il mondo (2010) e Gli altri vivono in noi, e noi viviamo in loro (2011).
A pordenonelegge 2012, nell’articolato programma curato da Gian Mario Villalta (direttore artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet, faranno grandi voci del pensiero contemporaneo: oltre a Tzvetan Todorov ci sarà l’antropologo Marc Augé (sabato 22 settembre, ore 11.30 Chiostro della Biblioteca Civica), per un incontro dedicato al “Futuro”, suggestione esistenziale dell’uomo. Nel mondo che conosciamo l’idea di futuro è ipotecata dalle carenze e dalle paure del presente. Sul futuro proiettiamo speranze di riscatto e attese di progresso; dal futuro temiamo qualche apocalisse. Forse, però, esiste un modo meno pregiudicato di guardare al tempo che verrà, liberandolo dai tanti chiaroscuri che finora si sono rivelati solo dei gravami, senza propiziare o sventare alcunché. Da antropologo, Marc Auge ha dimestichezza con una pluralità di luoghi e di tempi, e proprio per questo sa riconoscere i nonluoghi e il nontempo che ogni giorno attraversiamo. Solo la sistematica messa in dubbio delle nozioni di certezza, verità e totalità permette infatti di rompere il cerchio magico che appiattisce l’avvenire su un eterno, allucinato presente. Di grande spicco la presenza al festival del grande scienziato Giacomo Rizzolatti, il noto scopritore dei ‘neuroni specchio’, presenti nelle aree motorie e premotorie del cervello che si attivano si quando si compie un’azione, sia quando si vede compiere un’azione. I neuroni specchio assolvono a un ruolo decisivo sia nell’apprendimento per imitazione, sia nel fenomeno dell’empatia. Proprio alla scoperta del tutto rivoluzionaria per lo studio delle neuroscienze, sarà dedicata la lectio magistralis “Neuroni specchio ed empatia”, che lo scienziato terrà sabato 22 settembre (ore 17, Convento di san francesco), introdotto dal ricercatore Matteo Rizzato.
Al festival anche Alain Finkielkraut (domenica 23 settembre, ore 12 – Convento di San Francesco) per un’intervista sull’ultimo libro “Un cuore intelligente”, condotta da Antonella Silvestrini. “Della letteratura non abbiamo bisogno per imparare a leggere. Ne abbiamo bisogno per sottrarre il mondo reale alle letture sommarie”. E proprio questa la convinzione che ispira ad Alain Finkielkraut l’appassionato esercizio critico di Un cuore intelligente: raccontare nove tra i più notevoli libri della modernità svelando l’immensa sapienza che lì si cela e le ingiustificate certezze dell’Occidente.
E ancora, nei giorni dei Campionati Mondiali di Judo Kata che si svolgono a Pordenone contestualmente a pordenonelegge, Naoki Murata, direttore del museo e della biblioteca del Kodokan e dell’accademia Budo, presenterà il volume “La mente prima dei muscoli”, raccolta di celebri scritti del fondatore del judo Jigoro Kano, dove il pensiero-azione del maestro è esperienza vissuta della mente e del corpo già prima del 1882, anno in cui fondò l’istituto Kodokan a Tokyo (giovedì 20 settembre, pre 19.30 – Auditorium della Regione). E l’antropologo britannico Robin Dunbar, che ha formulato la celebre teoria detta appunto “numero di Dunbar” – secondo la quale per limiti insiti nel corredo genetico non è umanamente possibile ‘frequentare’ più di 150 amici sui social network – sarà intervistato sul tema da uno studioso dei nuovi media, Stefano Moriggi. Molti altri ospiti saranno a pordenonelegge, protagonisti degli incontri di scienza, filosofia e pensiero: fra gli altri anche Piergiorgio Odifreddi, per una lectio magistralis su “Il grande racconto della geometria moderna” organizzato con Fondazione Nordest – Next Trieste (domenica 23, ore 17.30 – Spazio ItasIncontra) e poi Massimo Recalcati, Duccio Demetrio, Roberta De Monticelli, Pier Aldo Rovatti, Peppe Dell’acqua, Stefano Moriggi, Alberto Oliverio, e molti altri.