«L’obiettivo sostenibilità per chi fa vino oggi è ormai una scelta irrinunciabile, nell’ottica di preservare e proteggere la vitivinicoltura mondiale, creando valore. Il crescente interesse verso le problematiche ambientali ha spinto molti produttori a valutare gli aspetti etico-sociali e ambientali della loro attività produttiva, tanto che un numero sempre maggiore di aziende pone la sostenibilità fra le leve di marketing con cui agire sul consumatore». Queste le parole di Mario Guidi, presidente di Confagricoltura.
«Il nostro Paese – ha sottolineato Guidi – ha le carte in regola per sostenere una posizione di leadership a livello europeo sulle norme sostenibili: in Italia la biodiversità è molto spiccata, come testimonia il numero di vitigni autoctoni; il paesaggio viticolo, a parte qualche eccezione, è preservato e valorizzato ed il clima agevola la lotta alle malattie del vigneto. Ma perché questo si realizzi occorre che ci sia un corretto equilibrio tra regole, vincoli e un’efficiente gestione economica delle aziende. Proporre un protocollo di vitivinicoltura sostenibile è senz’altro in linea con le esigenze di tutela del patrimonio naturale, ma è importante che sia anche compatibile con la logica d’impresa».
Quindi l’impegno di Confagricoltura sarà quello di vigilare sulla «definizione dei nuovi criteri in modo da non penalizzare la competitività delle nostre aziende nel mercato internazionale e al tempo stesso di valorizzare quanto attiene alle nostre specificità produttive».
«L’approccio sostenibile alla viticoltura si declina in un senso di moderazione – ha tenuto ad aggiungere Guidi -. Le scelte nel vigneto, che conservano l’integrità degli ecosistemi, e le tecniche enologiche che esaltano le specificità locali costituiscono la base di un approccio per la sostenibilità del vino, un valore aggiunto agli stili, ai volumi e alle tecniche di produzione».