È iniziata questa mattina, sulla statale Appia che collega Taranto a Bari, la due giorni di stop indetta da Fim, Cils e Uilm contro il blocco degli impianti Ilva disposto ieri, 26 settembre 2012, dalla magistratura che ha bocciato il piano di risanamento dell’azienda e ribadito la sua chiusura senza possibilità di produzione. Prosegue anche la protesta di gruppi di operai issati sulla torre di smistamento dell’altoforno 5 e sulla passerella del camino E312 dell’area Agglomerato.
Intanto, Confindustria prende posizione e in un comunicato stampa fa sapere che «l’ILVA rappresenta una parte fondamentale del tessuto produttivo nazionale, che ha preso con coraggio l’impegno ad investire una delle somme più consistenti mai messe in campo da un azienda privata per migliorare la compatibilità ambientale senza il contributo di risorse pubbliche. L’azienda si è detta inoltre disponibile ad anticipare di ben quattro anni l’attuazione delle migliori tecnologie disponibili rispetto a tutte le altre siderurgie europee. Un impegno preso davanti ai cittadini di Taranto, ai lavoratori, alle Istituzioni. Il giudizio negativo della magistratura non può che essere fonte di estrema preoccupazione»
Così Confindustria commenta le notizie relative alla bocciatura del Piano di interventi immediati predisposto dall’azienda. «Anche in un momento di estrema criticità l’obiettivo dell’azienda è chiaro: rispettare gli impegni per la salute dei cittadini e difendere un presidio fondamentale per l’intera economia del Paese – prosegue l’associazione degli industriali – Questo impegno, che si sta già traducendo in interventi concreti, può e deve essere attuato nel più breve tempo possibile, compiendo ogni sforzo per garantire la continuità produttiva. Decisioni che portino alla chiusura del più importante impianto siderurgico europeo devono essere assunte nella consapevolezza delle conseguenze estremamente gravi che possono generare per tutta l’industria manifatturiera italiana, che necessita dei prodotti siderurgici dell’Ilva, e per l’occupazione e il territorio. E’ necessario – conclude Confindustria – che il senso di responsabilità di tutti prevalga, e che il prossimo aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente possa costituire la sede in cui le legittime esigenze di tutela ambientale si possano coniugare con quelle del sistema produttivo, anche al fine di ribadire un quadro normativo e regolamentare certo per tutte le imprese italiane».