“Le armi impiegate contro i manifestanti [della primavera araba] sono state vendute per buona parte dai paesi europei, dalla Russia e dagli Stati Uniti.” Da un rapporto di Amnesty International, 2011
Spesso l’opinione pubblica si fa delle domande a cui non riesce a rispondere facilmente. Quesiti che riguardano l’economia, le guerre e altri argomenti di attualità che balzano alle cronache lasciando l’amaro in bocca.
Un libro che uscirà il 27 settembre 2012 e che è edito da Chiarelettere si pone queste domande dando finalmente una sola risposta. C’è un business internazionale che continua a macinare miliardi. Qual è? Quello delle armi. La Grecia, che è sull’orlo del default, è il Paese in Europa che spende di più per la difesa. L’Italia è il quinto produttore mondiale di armi, che esporta in tutto il mondo. «Simboli del made in Italy, anche in questo settore, sono la corruzione e gli scandali, soprattutto quelli legati a Finmeccanica. Soldi, soldi, soldi. È fondamentale provare a guardare il mondo attraverso questo business che arricchisce una lobby internazionale potentissima. Un mercato cresciuto del 50 per cento negli ultimi dieci anni». Questo testo percorre per la prima volta la filiera delle armi raccontandone affari, interessi e ritorni economici. Con nomi e cognomi di banche, politici, manager e imprenditori. Questo è quanto scrivono gli autori, Duccio Facchini, Michele Sasso e Francesco Vignarca, nel libro “Armi, un affare di stato” che ha un sottotitolo non proprio incoraggiante: Soldi, interessi, scenari di un business miliardario.
GLI AUTORI
Duccio Facchini scrive per il mensile “Altreconomia” ed è attivo nel movimento d’impegno civile “Qui Lecco libera”. Michele Sasso, giornalista free-lance, si occupa di inchieste per il settimanale “l’Espresso”. Francesco Vignarca è coordinatore nazionale della Rete italiana per il disarmo, cura per “Altreconomia” il blog “I signori delle guerre” ed è autore di MERCENARI SPA (Bur 2004), IL CARO ARMATO (Altreconomia 2009) ed Economia Armata (Altreconomia 2011).