Il film delle cose in sospeso: potrebbe essere definito così “La Bella addormentata” di Marco Bellocchio. Una pellicola lenta, in cui predomina il buio delle immagini, quasi per evidenziare ancor di più i volti tirati dei protagonisti e gli occhi pieni di lacrime dell’attrice francese, mamma di Rosa che bella, come la protagonista della nota favola, dorme sul letto mentre la madre sta per precipitare in un altro limbo, quello della pazzia, incurante del figlio che vuole fare l’attore. E poi c’è il senatore del partito di Berlusconi, interpretato da Tony Servillo, che vive una profonda crisi esistenziale, causata dal caso di Eluana Englaro che sconvolse l’Italia, dividendola in due fazioni; il politico, incurante delle continue pressioni della figlia cattolica, decide di votare contro il decreto “salva Eluana”, mentre un medico salva la vita di una tossicodipendente che cerca più volte di suicidarsi perché stanca dell’esistenza che conduce. Tre storie che si intrecciano mentre sullo sfondo ci si interroga se è giusto o sbagliato far morire Eluana, ma non appena si spengono i riflettori in un Italia disgregata e disgregante tutto resta come prima, in sospeso… irrisolto, in attesa di un nuovo caso da proporre all’opinione pubblica per distoglierla da fatti ben più importanti come l’assenza di personale e la mancanza di umanità negli ospedali.
E’ un film tetro, senza colpi di scena con le sue sequenze realistiche, in cui non ci sono condanne furiose, perché qualsiasi opinione va rispettata, come afferma il padre di Rosa al figlio frustrato dall’indifferenza della madre…
M.I.