VENDEMMIA, LA PIOGGIA SALVA LA RACCOLTA

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«La scarsità che si temeva fino a qualche settimana sembra scongiurata. Sarà una vendemmia con una produzione di poco inferiore a quella dello scorso anno. E per quanto riguarda la qualità i segnali colti in vigna ci consentono di essere ottimisti: pochissime fitopatie e un andamento soddisfacente del ciclo vegetativo lasciano confidare in un’annata molto buona».

Sono questi i risultati dell’Osservatorio per l’andamento delle colture viticole e del mercato vinicolo di Confagricoltura, che vanta un campione di circa 700 aziende fra le più prestigiose della base associativa e che, ogni anno, in periodo prevendemmiale con uno specifico questionario raccoglie le valutazioni sull’andamento quantitativo e qualitativo delle colture viticole.

La produzione vitivinicola italiana del 2012 è stata fortemente condizionata dall’andamento climatico degli ultimi mesi. L’incidenza delle grandinate in alcune aree nei periodi primaverili, la forte carenza idrica di luglio e agosto e le piogge intense della prima settimana di settembre ne hanno determinato l’andamento quantitativo, pur se con differenze fra Nord e Sud e fra uve bianche e rosse. Laddove c’è stata una buona capacità di gestione idrica la vendemmia ha avuto un andamento nella norma, laddove invece la scarsità idrica è stata più forte, al centro in particolare, la vendemmia è stata più problematica.

Le maggiori lamentele – da quanto emerge dai risultati dell’Osservatorio – sono arrivate dalla Toscana, Umbria, Lombardia e Emilia Romagna. La carenza d’acqua ha condizionato i volumi delle uve bianche e le alte temperature hanno anticipato la raccolta di almeno 15 giorni. Per i rossi e per le varietà tardive in generale, le precipitazioni di questi ultimi giorni hanno rinfrancato i produttori che, una volta consolidate le condizioni climatiche, hanno valutato in campo l’effetto su volume e qualità. Le regioni del Sud, in generale, hanno beneficiato meno delle piogge degli ultimi giorni. Le previsioni di Confagricoltura sono di un complessivo decremento, ad eccezione della Sicilia, dove si registrano volumi in recupero rispetto allo scorso anno. Ad ogni modo i viticoltori hanno mostrato molta soddisfazione per l’andamento qualitativo e la bassissima incidenza di fitopatie. L’osservatorio evidenzia la diversa risposta dei vitigni autoctoni rispetto a quelli internazionali: i produttori hanno rilevato una minore resistenza dei vitigni internazionali (ad esempio Merlot e Cabernet) rispetto ai vitigni autoctoni (ottimi segnali dal Sangiovese e Primitivo) che sono più forti ed hanno risposto bene alle carenze idriche estive. Per quanto concerne i prezzi delle uve, l’Osservatorio registra un incremento, anche sotto la spinta emotiva delle previsioni iniziali di rese scarse. Tuttavia, l’aumento dei costi di produzione (carburante in primis) preoccupa tutto il settore.

«La speranza – commenta Confagricoltura – è che il mercato, soprattutto quello internazionale a cui sempre più rivolgiamo l’attenzione, sia in grado di assimilare l’invitabile aumento dei prezzi e continui ad sostenere le nostre esportazioni».

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