«Il disegno di legge sulla semplificazione amministrativa approvato oggi dal Consiglio dei Ministri contiene misure che le imprese chiedono da tempo per liberare le energie e le risorse private dal peso della cattiva burocrazia. Queste misure, se approvate rapidamente, rappresenterebbero una leva per lo sviluppo, facilitando gli investimenti e le iniziative economiche private, senza alcun impatto sulla finanza pubblica». Questa l’opinione di Confindustria.
Secondo il Centro Studi di Confindustria infatti, «una diminuzione dell’1 per cento dell’inefficienza della pubblica amministrazione porterebbe a un incremento dello 0,9 per cento del PIL». «Per questo motivo, la rapida approvazione delle semplificazioni dovrebbe rappresentare una priorità in questa delicata fase di crisi economica».
Delude quindi «la scelta di inserire il pacchetto di semplificazioni in un disegno di legge, anziché in un provvedimento da subito efficace. Tuttavia, e’ essenziale adesso che l’iter parlamentare venga concluso in tempi rapidi». Poi, Confindustria si sofferma sul piano energetico nazionale che «il Governo ha posto la prima pietra, rimediando a decenni di non scelte», definendolo «un piano di lungo termine che è tassello fondamentale della politica industriale del Paese». Quindi, Confindustria «farà proposte e valutazioni approfondite su tutti gli aspetti, ma sarebbe importante se la SEN, che al momento è una sorta di linea d’indirizzo senza forza legislativa, venisse tradotta in provvedimenti concreti e vincolanti anche per i Governi futuri». «Il documento si pone come obiettivo prioritario la riduzione dei prezzi dell’energia: occorre dare subito concretezza a questo proposito. Il costo sempre più elevato della bolletta energetica mina alla base la competitività delle nostre imprese». Inoltre, aggiunge la confederazione degli industriali, «consideriamo determinante lo sviluppo delle infrastrutture energetiche strategiche per l’integrazione del mercato europeo, con l’obiettivo di fare dell’Italia un hub del gas. Per questo è necessario superare i veti incrociati, le lungaggini e le incertezze che frenano la realizzazione delle opere. E’ anche imprescindibile un ruolo maggiore del nostro paese in Europa».
«Riteniamo positiva la rilevanza attribuita all’efficienza energetica, che può giocare un ruolo chiave nella crescita di molti settori manifatturieri italiani di indiscussa leadership tecnologica. Con la SEN dobbiamo evitare di ripetere gli errori commessi in passato con politiche di incentivazione irrazionali, come per le rinnovabili, che hanno generato rendite ed extracosti, senza creare un’industria solida. Il criterio guida deve essere quello dell’efficienza e della sostenibilità economica in linea con i parametri europei», conclude.