Ero piccolo e volevo avere 18 anni, avevo 18 anni e mi rivedevo nell’affascinante uomo di 40 anni. Arrivano poi i 40 e si inizia a ricordare la spensierata gioventù, andata. Sto nel mio paese e voglio la città, arrivo in città e rimpiango le monotone abitudini della stessa vita. Copio una bionda e poi non vedo l’ora di rivedermi scura. Allungo i capelli e penso al taglio corto dell’estate appena passata. Sono vanitoso e mi piace farmi vedere poi come sono stato nella vita e come il mio corpo nel tempo si è modificato, sviluppato. Così adoro essere fotografato. Mi piace ricordarmi di tutti i momenti che vivo in bene o in male, infatti a mio parere tutto aiuta a diventare grandi. Ogni volta che riguardo me in foto, non so il perché ma riesco a provare le stesse sensazioni del momento immortalato dall’obbiettivo.
È bello essere sensibili, credere e, a volte, non essere creduti. Come il nostro corpo anche le nostre certezze col tempo cambiano, si sviluppano e spesso cambiando diventano l’opposto di quello che eravamo o dicevamo prima. Conosco persone figlie del bon-ton che a braccetto col tempo si sono mutate nelle sailor della street. Non credo però sia sbagliato crescere o meglio penso che solo gli stupidi non cambiano idea. Crescendo, poi capiamo che fa parte della vita evolversi in continuazione, proprio come le ore, i giorni, i mesi e poi gli anni. A me capita di cambiare un pensiero anche più volte nel giro di un’ora, ovviamente se si parla di un mio pensiero o progetto. Quando cammino per strada mi piace aprire gli occhi quanto più è possibile e mi accorgo di come le persone abbinino l’umore del giorno nel loro Outfit. Mi spiego meglio.
Ho incontrato una Donna venerdì, moderna e cosmopolita, ai miei occhi. Lei vestiva un mini Dress concepito in doppio tessuto: un corsetto in black leather, pelle nera, a balconcino cucito con una gonna lunga al ginocchio, in seta a pieghe morbide con fondo asimmetrico, color carne. I due tessuti a contrasto erano cuciti e divisi da un taglio netto in vita, quasi a dividere e a presentarmi una donna caratterizzata dal contrasto di due mondi uniti. Il nero della pelle mi parlava di una donna forte, istintiva e audace, un po’ come la protagonista del best seller “50 sfumature di grigio” di James E.L.. Mentre il silenzioso chiffon, al contrario, mi cantava di una ragazzina romanticamente amante della vita ma soprattutto innamorata dell’amore. In questo caso un mix perfetto di agrodolce che ormai è diventato un must delle ricche tavole, e a me piace.
Per lavoro ho incontrato di nuovo la stessa Donna, di lunedì. Bella come la prima volta che l’ho vista, diversa nel modo di presentarsi. La stessa con i capelli lucenti, biondi e puliti. L’unica differenza era il suo stile. Lei, ancora figurava due contrasti, ma di uno stile meno ricercato. Una maglia oversize di jersey a righe grigie e nere, lunga abbinata al nero delle gambe, che le dava un tocco di sensualità anche se il mood della mattinata era grigio. In contrasto, quindi, la donna forte che preferiva il largo comodo e l’elegante Dark delle calze raffinate che rendevano estremamente femminili le sue curve. Così Lei, io, tu ogni mattina quando siamo di fronte allo specchio per rinfrescarci il viso ci lasciamo ingannare dall’apparenza, perché è proprio quando sembriamo gli stessi che poi ci accorgiamo che quella piccola ruga del tempo ieri non c’era, come non c’era la stessa persona che vediamo riflessa oggi.
Crico