L’amore come vano tentativo di sfuggire a un destino segnato fin dalla nascita da un padre che ha deciso per te ogni cosa. E la follia come unica via di scampo. Sono questi i temi principali del romanzo d’esordio di Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, che nel suo libro, Lo spacciatore di carne (Einaudi, pp. 184, € 16,00) esprime la stessa forza evocativa delle sue canzoni.
Edoardo, universitario pugliese a Bologna, racconta la storia della propria pazzia amorosa. Novello Orlando metropolitano, solo più innamorato e molto più furioso, Edoardo rievoca, in un continuo gioco di specchi con il proprio passato, il trauma del primo animale ucciso dal padre macellaio, l’orrore del sangue che cola dalle carcasse appese, l’avventura del viaggio in treno verso l’università e l’incontro con Stella, una ragazza appassionata di morsi e golosa di sangue, di cui si innamora all’istante. Ogni settimana il padre manda i tagli di carne più pregiati al figlio che studia lontano e lui li usa per far colpo sugli amici. Quando però Stella lo tradisce, per Edoardo la carne diventa ossessione. Inizia a spacciarla, tagliandola in banconote, che utilizza come denaro contante. In un mondo perennemente allucinato, popolato da belve fameliche, dove tutto sembra possibile. Persino la redenzione. La vita degli studenti e la provincia pugliese si caricano di accenti mitici e ancestrali. Sangue, sacro e droga, si confondono in un unico grido d’amore e follia.
Diviso in 35 capitoli brevi e fulminanti come canzoni, Lo spacciatore di carne getta una sguardo straniato sulla vita studentesca, superandone i cliché e portando invece alla luce gli aspetti più ancestrali. Già conosciuto nel mondo della musica come abile paroliere (ha scritto tra gli altri per Jovanotti, Andrea Bocelli, Malika Ayane, Elisa, Patty Pravo, Adriano Celentano), Giuliano Sangiorgi si impone anche nel mondo letterario come una delle nuove voci della narrativa, raccontando una storia di sangue, destino, amore e follia. Sono questi gli archetipi su cui il leader dei Negramaro costruisce questo romanzo che sembra ispirarsi al mito, che gioca con la lingua e la scrittura e ci regala il ritratto inedito di una generazione in lotta con il futuro. Un libro appassionato e viscerale, come il rock migliore.