Martedì 23 ottobre 2012 alle 18.30, lo Spazio Krizia di via Manin 21 a Milano ospita la presentazione del nuovo libro di Flavio Caroli, “Il volto dell’Occidente. I venti quadri che hanno fatto l’immagine della nostra civiltà”, edito da Mondadori. Ne parlerà con l’autore Fabio Fazio.
IL LIBRO
Tra fine Ottocento e fine Novecento l’impulso innovativo dell’arte ha subito accelerazioni inaudite, dissacrando, rinnegando, stravolgendo il punto di vista sulla realtà e tuttavia, una volta esauritasi la violenza di tale eruzione, ha riscoperto, in una visione rinnovata, le radici di quella tradizione che intendeva estirpare.
Non a caso i venti capolavori prescelti, celeberrimi e di valore universale, sono da considerare archetipi, motori originari di “tutto ciò che si è mosso nell’immaginario occidentale”: fra questi, La notte stellata di Van Gogh, La Danse di Matisse, Primo acquerello astratto di Kandinskij, Guernica di Picasso, La città che sale di Boccioni, Le Muse inquietanti di de Chirico, Murale di Pollock, Trenta è meglio di una di Warhol. E si confrontano con il concetto di “avanguardia”, in particolare con una sua evoluzione che segue per ogni artista sentieri individuali, strettamente connessi alle esperienze esistenziali: è l'”avanguardia del dubbio”, come la definisce l’autore, che rielabora la forza propulsiva e rivoluzionaria delle idee avanguardistiche, si ferma a riflettere sul passato “dopo tanto precipitosa corsa”, avanza dubbi sul senso stesso della parola “modernità” e sulla strada intrapresa dall’Occidente.
Caroli si addentra puntualmente nella trama complessa di tali percorsi artistici, nel “nodo creativo che si è materializzato, per destino o per magia, in una certa invenzione eccezionalmente fortunata”. E cerca di comprenderla nel profondo scavando nelle vite degli artisti, “perché in quella singola realizzazione è certamente implicita la loro esistenza che precede l’opera stessa, e probabilmente anche le potenzialità che si tradurranno in atto nella creazione successiva”.
Le diverse diramazioni esistenziali e creative sfociano però in una stessa presa di coscienza: l’arte non può essere solo un evento del “tempo”; per salvare il mondo, deve vivere “fuori dal tempo” e guardare a valori primari e assoluti.