Stiamo vincendo o perdendo la guerra contro il cancro? La risposta verrà dal World Oncology Forum il 26 e 27 ottobre 2012, su iniziativa della European School of Oncology di Milano, fondata da Umberto Veronesi nel 1982. Una domanda, 100 esperti, una risposta è la promessa dell’evento, che riunirà a Lugano un gruppo selezionato di ricercatori, clinici, politici, manager d’azienda, associazioni civili e giornalisti dai cinque continenti. Scopo del convegno è sollecitare gli organismi internazionali e, attraverso loro, i governi locali, affinché inseriscano il problema cancro fra gli impegni essenziali della politica. Il tema è urgente.
Il numero di malati di cancro è in aumento in tutto il mondo. Negli ultimi dieci anni le persone colpite sono cresciute del 20 per cento, ed ogni anno si ammalano circa 12.3 milioni di persone. Secondo il World Cancer Research Fund (WCRF) queste cifre sono destinate ad aumentare: man mano che i Paesi diventano più industrializzati e assumono stili di vita che li espongono alle tipiche malattie “occidentali”. Inoltre la vita media si allunga ovunque nel mondo e dunque un numero sempre maggiore di individui raggiunge l’età a maggior rischio di cancro. Oggi le morti stimate sono 7,6 milioni ogni anno, che significa 20.000 persone ogni giorno. Il cancro si candida a diventare il problema sanitario numero uno al mondo.
E’ evidente che il problema non è più soltanto medico-scientifico, ma diventa prevalentemente sociale: ogni volta che la ricerca scientifica trova una soluzione, è necessario un costo per renderla accessibile, che le società oggi, anche le più sviluppate, difficilmente sono in grado di sopportare. Tantomeno in un momento di crisi finanziaria ed economica mondiale. A meno che il tema cancro non assuma una priorità diversa nelle agende politiche.
«La ricerca scientifica ci permette di capire sempre più a fondo i meccanismi della malattia, aprendo nuovi orizzonti per la terapia – spiega Franco Cavalli, Presidente del WOF e Presidente del Comitato Scientifico della ESO – Tuttavia pur disponendo in laboratorio di terapie innovative, nella maggior parte dei casi non abbiamo le risorse e gli strumenti per applicarle in modo esteso e sostenibile per la società».
Diverse le soluzioni per cercare di arginare, almeno in parte, il fenomeno dei tumori. «Bisogna continuare a studiare non solo la malattia, ma anche i meccanismi per ridurre i costi dei nuovi farmaci e le nuove cure, e bisogna convincere i Governi a investimenti coordinati e strategicamente mirati», conclude Cavalli .
Da qui la scelta ESO di non organizzare l’ennesimo congresso scientifico mondiale ma un Forum, vale a dire un dibattito aperto fra medicina e pubblica opinione, attraverso i loro portavoce : ricercatori e media. Stiamo vincendo o perdendo la guerra contro il cancro? La riposta che il dibattito farà emergere terrà conto non solo delle ultime novità scientifiche ma anche della loro applicabilità alle realtà e alle culture dei diversi Paesi e, non potendo che essere interlocutoria oggi, stabilirà le condizioni alle quali, domani, potrebbe diventare una risposta positiva.