Domenica, 11 novembre alle 16, le Giornate del Cinema Muto presentano al Teatro Zancanaro di Sacile, che ha ospitato il festival dal 1999 al 2006, uno degli eventi più applauditi della 31esima edizione, da poco conclusa a Pordenone: Oliver Twist, nella nota versione hollywoodiana realizzata nel 1922 da Frank Lloyd, con Jackie Coogan nei panni dell’orfanello e Lon Chaney nel ruolo del malefico Fagin.
Il film, titolo di punta della retrospettiva che ha celebrato il bicentenario di Charles Dickens, sarà proposto a Sacile con lo speciale accompagnamento dal vivo eseguito da Günther A. Buchwald (pianoforte e violino), Lorenzo Marcolina (clarinetti), Romano Todesco (contrabbasso e fisarmonica) e Ermes Ghirardini (percussioni). L’evento, a ingresso libero, è organizzato in collaborazione con il Comune di Sacile e il locale Rotary Club e con il patrocinio dell’Unicef. Il regista Frank Lloyd era un grande ammiratore di Dickens e già nel 1917 aveva realizzato la miglior versione muta di A Tale of Two Cities (Le due città), ma questa versione di Oliver Twist si contraddistingue soprattutto per l’interpretazione di Jackie Coogan. Conosciuto dal grande pubblico come “il monello” di Chaplin, il piccolo attore incarnava un tipo di personalità sbarazzina e, per suo tramite, l’Oliver mite e un po’ sprovveduto del romanzo diventa sullo schermo un ragazzino decisamente più vivace e intraprendente. Com’è accaduto anche per altri titoli famosi del cinema muto, questa pellicola era considerata perduta finché negli anni Settanta lo studioso americano David Shepard scoprì l’esistenza di una copia d’epoca in 35mm in un archivio jugoslavo e la restaurò con la collaborazione di Jackie Coogan e del produttore Lesser. Il loro apporto fu particolarmente significativo per la ricostruzione delle didascalie originali, che risultavano mancanti nella copia ritrovata. Lavorando a fianco dello studioso di Dickens Edward Wagenknecht, Coogan e Lesser furono in grado di ricostruirle con buona approssimazione, soprattutto dopo che Coogan si ricordò che Lloyd aveva attinto direttamente dal romanzo le parti dialogate.