È Antonio Giordano il Ricercatore Scientifico dell’anno a cui viene assegnato il Premio Grande Ippocrate, dedicato alla ricerca e alla divulgazione scientifica. La premiazione si terrà a Napoli presso il Maschio Angioino il prossimo 19 novembre 2012 a partire dalle 16. Nel corso dell’evento il Giordano terrà una lezione magistrale alla quale seguirà una tavola rotonda sull’importanza della comunicazione e della sensibilizzazione dei cittadini in ambito ambiente e salute. Antonio Giordano è un ricercatore di fama mondiale. Allievo del premio Nobel James D. Watson, ha scoperto alcuni fattori chiave nella regolazione del ciclo cellulare, offrendo con questi studi, un contributo essenziale alla comprensione dei meccanismi molecolari alla base dell’insorgenza dei tumori. Si è anche impegnato nella divulgazione scientifica e nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla prevenzione del cancro.
Il Premio Grande Ippocrate per il ricercatore scientifico dell’anno è stato istituito nel 2008 ed è nato dalla collaborazione tra UNAMSI – Unione Nazionale Medico Scientifica d’Informazione – e Novartis, uno dei maggiori gruppi farmaceutici attivi in Italia, con l’obiettivo di valorizzare quei ricercatori italiani che uniscono, all’eccellenza del proprio lavoro scientifico, una comprovata capacità di comunicarne i risultati al grande pubblico attraverso i media.
Questi i componenti della giuria dell’edizione 2012 del Premio Grande Ippocrate: Achille Caputi, Direttore del Dipartimento Clinico Sperimentale di Medicina e Farmacologia – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Messina, Leonardo Fabbri, Direttore della Clinica Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Adriana Bazzi, inviato del Corriere della Sera, Francesco Brancati e Nicola Miglino, rispettivamente Presidente e Responsabile Rapporti Istituzionali di UNAMSI e per Novartis Farma Angela Bianchi, Head of Country Communications & Government Affairs e Gaia Panina, Chief Scientific Officer, componenti senza facoltà di voto. Nelle precedenti edizioni, questo premio alla ricerca e alla divulgazione è stato assegnato a personalità di primissimo piano nel panorama scientifico italiano e internazionale, da Elena Cattaneo a Ilaria Capua a Roberto Cingolani, Paolo Gasparini.
ANTONIO GIORDANO si è laureato in medicina con il massimo dei voti presso l’Università di Napoli nel 1986. In seguito ha intrapreso la sua attività di ricercatore in ambito oncologico presso il Cold Spring Harbor Laboratory, diretto da J.D. Watson. Ha proseguito le sue ricerche presso la Temple University di Philadelphia, poi presso la Thomas Jefferson University, come Professore ordinario di Patologia presso il Dipartimento di Patologia, Anatomia e Biologia Cellulare. Infine è rientrato alla Temple University dove è attualmente Direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine e Co-Direttore del Center for Biotechnology nel College of Science and Technology.
Dal 2004 è Professore ordinario per chiara fama nel settore scientifico-disciplinare di Anatomia Patologica del Dipartimento di Patologia Umana ed Oncologia dell’Università degli Studi di Siena. Dal giugno 2006 promuove la Fondazione Onlus Human Health Foundation di Spoleto (PG) ed è Presidente del comitato scientifico del CROM (Centro Ricerche Oncologiche di Mercogliano (Avellino). Collabora con diversi Atenei Italiani, quali le Università di Roma, Napoli, Palermo, Messina, Sassari.
Le sue ricerche si sono incentrate prevalentemente sulla genetica molecolare dei tumori: nel 1993 ha isolato un nuovo gene oncosoppressore, l’RB//p130, che ha funzione di primaria importanza nel ciclo cellulare, controllando la corretta replicazione del Dna e prevenendo, essenzialmente, l’insorgenza del cancro. Nel 2000 ha studiato su modelli animali come questo oncosoppressore possa essere impiegato come terapia genica nel tumore al polmone: i risultati dimostrano come grazie alla somministrazione di questo gene tramite un retrovirus sia possibile ridurre la crescita del tumore. Successive ricerche riguardano la scoperta di altri “guardiani” del genoma umano, con potenziali applicazioni innovative rispetto ai trattamenti tradizionali. La sua ultima scoperta riguarda un nuovo possibile marker tumorale. Il suo impegno di divulgatore negli ultimi anni si è focalizzato soprattutto sulla battaglia per far conoscere le relazioni tra ‘rischio ambientale’ e genesi delle neoplasie.