ANTROPOCENE, UNA NUOVA ERA GEOLOGICA

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L’uomo con la tecnologia sta acquisendo potere sulla natura e provocando cambiamenti che lasciano un segno permanente sul pianeta Terra e modificano le prospettive per il futuro dell’umanità. Alcuni scienziati considerano questo l’inizio di un nuovo tempo geologico, chiamato Antropocene, sul quale è ancora accesa la discussione, che sarà oggetto di un convegno all’Accademia dei Lincei il 26 e 27 novembre 2012. Il termine Antropocene è stato proposto, quasi provocatoriamente, dal chimico atmosferico Premio Nobel Paul Crutzen per indicare l’ultimo e attuale tempo geologico, contraddistinto da condizioni ambientali globalmente modificate dalle attività umane, che si sommano alle forze  naturali che finora sono state le uniche a governare l’evoluzione del nostro pianeta e delle sue condizioni di vita. E’ la prima volta che i cambiamenti avvengono per una causa esterna alla natura, che interviene a provocare disturbi nell’equilibrio della Terra. I segni dell’azione umana sarebbero oggi già identificabili nei sedimenti e nei ghiacci, che costituiscono l’archivio storico delle condizioni del clima e della vita sulla Terra, fin dai lontani tempi geologici.

L’attenzione di molti scienziati è oggi principalmente concentrata sul cambiamento climatico, sempre più rapido e riconoscibile nelle modificazioni degli aspetti vitali dell’ambiente terrestre: atmosfera,  acque oceaniche e continentali, ghiacci,  ecosistemi, biodiversità e altro, imputabili alle azioni umane. Con questa accezione sono evidenti le implicazioni (cause ed effetti) con gli aspetti umani, demografici, sociali, economici, politici, etici e con le grandi sfide tecnologiche ed energetiche.

I numerosi segni lasciati dalla presenza dell’uomo: l’inquinamento chimico, l’eccessivo sfruttamento delle risorse, l’esponenziale richiesta di acqua, di cibo e di energia e la loro prevista futura carenza, la desertificazione, l’estinzione di molte specie viventi, la produzione di rifiuti, formano un mix di attività il cui impatto è dovuto ad una singola specie, che impone le sue necessità gravando su tutte le altre.

Non mancano tra gli scienziati anche coloro che ricordano come la presenza dell’uomo sulla Terra sia un evento recentissimo e, per ora, di breve durata rispetto all’età della Terra – 4.5 miliardi di anni – concludendo che i fenomeni naturali risulteranno comunque prevalenti e l’effetto delle azioni dell’uomo alla fine risulterà irrilevante. Molti interventi, nel corso del convegno, si alterneranno ad illustrare dai diversi punti di vista la complessità dell’Antropocene, negli aspetti delle scienze dell’uomo e della natura. Il convegno si concluderà con una tavola rotonda che cercherà di rispondere alle domande sulle prospettive per il futuro dell’umanità sulla Terra.

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