E’ il prode e bel paladino del cinema italiano. Uno degli attori più poliedrici del grande schermo. Una caratterista incredibile, capace di addentare un Maxi Bon per uno spot pubblicitario e, allo stesso tempo, ritirare un David di Donatello per una magistrale interpretazione in Radio Freccia. Ha recitato con i più importanti registi italiani e stranieri interpretando ruoli spesso diametralmente opposti tra di loro. Vive a metà strada tra l’Italia e la Francia. Arriva ad Avellino con un riadattamento tratto dal poema cavalleresco di Ludovico Ariosto. Questo l’identikit di Stefano Accorsi che con il suo “Furioso Orlando” è salito sul palco del Teatro carlo Gesualdo di Avellino per il terzo appuntamento della rassegna di “Grande teatro” realizzata in collaborazione con il Teatro Pubblico Campano diretto da Alfredo Balsamo.
Ieri 3 novembre alle 21, e in replica oggi 4 novembre alle 18.30, la furia distruttrice di un amore ripudiato, dalle epiche rime di Ludovico Ariosto hanno preso corpo e forma sul palco del Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino .
“Furioso Orlando” è un adattamento teatrale di Marco Baliani liberamente ispirato al poema cavalleresco Orlando Furioso di Ludovico Ariosto che, rovesciando l’originale titolo ariostesco, vuole imprimere alla furia di Orlando per il rifiuto subito dalla bella Angelica il vero motore della rivisitazione teatrale che verrà proposta al pubblico avellinese.
«Nella nostra giostra – spiega il regista Marco Baliani – anche le ottave dell’Ariosto sono state girovoltate, e altre ne sono nate, cercando di rendere più orale possibile l’impianto letterario, senza perderne la costruzione. Monologando, narrando, melologando, digressionando, le rime ottave del grande poeta risuonano in sempre nuove sorprese, in voci all’ascolto inaspettate, in suoni all’orecchio stupiti».
La storia è nota a tutti e racconta dell’amore non corrisposto del prode Orlando, paladino di Carlo Magno per la bellissima Angelica, principessa del Catai, l’odierna Cina. Il palcoscenico del “Gesualdo” sarà teatro delle fughe amorose e delle ire funeste di uno straordinario Stefano Accorsi, accecato dalla follia per la bella e capricciosa Angelica.
«Il campo di battaglia è allestito, gli eserciti di fedi diverse sono pronti ad affrontarsi, ma appena il canto parte, tutto si dissolve – anticipa Baliani – Basta che Angelica fugga a cavallo ed ecco che la storia grande si sfalda e lascia il passo ad un infinito inseguimento di piccole ma dense vicende, l’un dentro l’altra avviluppate».
A contrastare lo spasimante Orlando ci penserà Nina Savary, l’Angelica che lo interpella, gli pone dei quesiti e ne commenta le azioni in un intreccio teatrale di grandissima intensità che lascerà segni indelebili su tutta la scena del “Gesualdo”.