BOLOGNA, APERTA LA CASA DI LUCIO DALLA

Ph ©Franco Buttaro
Ph ©Franco Buttaro

Tre giorni di apertura straordinaria per visitare la casa dove Lucio Dalla ha vissuto dal ’93 al primo marzo scorso, giorno in cui è scomparso. A mezzogiorno nel cuore di Bologna sotto la pioggia, si sono aperti i cancelli dell’abitazione di uno dei personaggi più amati della città. Poco più di 3.500 persone fino a domenica avranno la possibilità di vedere da vicno una parte della residenza del cantautore bolognese sita nella centralissima via D’Azeglio, proprio a due passi da quella che lui chiamava Piazza Grande. L’iniziativa è della F.A.I. (Fondo Ambiente Italiano) in collaborazione con gli eredi del cantuatore e tutto il ricavato sarà devoluto alla ricostruzione del municipio di Finale Emilia. Ma i visitatori potranno accedere soltanto ad alcuni ambienti dei 2.500 metri quadri di abitazione, attraverso un percorso suggestivo ed emozionante. Soffitti altissimi, opere d’arte di importanti autori di un tempo ma anche contemporanei in ognuna delle numerose stanze settecentesche tra arredi straordinari curati direttamente dall’artista. Ancora presepi grandi e piccoli di cui uno permanente composto dai Ferrigno, un’antica famiglia artigiana napoletana, e in uno di questi anche Lucio Dalla nei singolari panni di un pastorello. Poi foto con personalità illustri (i pontefici Woytila e Ratzinger ma anche gli amici Valentino Rossi e Giorgio Armani) ed una bella immagine della mamma Jole, figura fondamentale nella vita del cantautore. Tra strumenti musicali e uno strano profumo di quell’arte che lui amava e chi si respira ancora in tutti gli ambienti, il percoso inzia con un ingresso nel quale trovano spazio molti dei numerosi dischi di platino e d’oro vinti in vari momenti della carriera. Subito la stanza delle “Due colonne” con tante opere d’artededicate ad una delle sue grandi passioni: il meridione. Ancora un piccolo studiolo pieno di ricordi prima della stanza del cinema con luci, giocattoli ed un megaschermo che utilizzava per vedere le partite di calcio ed i film dei quali scriveva poi le colonne sonore. Tra le altre sale più affascinanti quella degli uffici Pressing la storica casa discografica ed ancora un’altra grande stanza utilizzata come vero laboratorio artistico dove insieme a De Gregori è nato il tour “Working Progress”.

Ph ©Franco Buttaro

«Era come un piccolo re in un castello», ha detto la guida durante la visita riservata ai giornalisti mentre Dea Melotti, cugina del cantautore ha pregato gli operatori dell’informazione di «visitare la casa con il cuore in mano e di raccontare le emozioni non con foto o riprese (assolutamente proibite) ma con i vostri sinceri pensieri». Claudia Tonelli Rossi, capo delegazione della FAI ha voluto ringraziare i più di duecento volontari impegnati in questi giorni «per un’iniziativa che ha riscosso grande successo a Bologna». E intanto fino a domenica ad ogni ora durante l’apertura della casa, risuonerà lungo la vie adiacenti una canzone scelta tra le trentatre selezionate direttamente dagli eredi e dai suoi più stretti collaboratori. Un modo per tenere sempre più vivo il ricordo del cantautore, divenuto ormai simbolo della città.

Emilio Buttaro

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