FAMIGLIA: NASCITE IN CALO E MADRI OVER 40

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L’Italia continua a invecchiare: secondo i dati Istat sulla popolazione residente, sono stati 546.607 gli iscritti in anagrafe per nascita nel 2011, circa 15 mila in meno rispetto al 2010. Il dato, secondo l’Istat, conferma la tendenza alla diminuzione delle nascite avviatasi dal 2009.

Il calo delle nascite è causato per lo più alla diminuzione dei nati da genitori entrambi italiani, quasi 40 mila in meno rispetto al 2008. Anche i nati da almeno un genitore straniero, che hanno continuato ad aumentare al ritmo di circa 5 mila l’anno fino al 2010 sostenendo la ripresa della natalità in Italia, nel 2011 mostrano una diminuzione dovuta al calo di circa 2 mila nati da coppie miste. I nati da entrambi i genitori stranieri, invece, sono ancora aumentati anche se in misura più contenuta rispetto agli anni passati.

Questi tutti i dati del report dell’Istat su «Natalità e fecondità della popolazione residente» relativo al 2011.

DIMINUISCONO LE NASCITE IN TUTTE LE AREE DEL PAESE  – L’incremento delle nascite si è riscontrato a livello nazionale tra il 1995 e il 2008, ma a partire dal 2009 in tutte le aree del Paese si registra un calo delle nascite. Negli ultimi anni si nota, tuttavia, una diminuzione della fecondità delle donne straniere. Quindi – rileva l’Istat – a meno di una inversione di tendenza verso un deciso aumento della fecondità delle donne italiane, al momento difficile da immaginare, la diminuzione delle nascite è destinata ad accentuarsi.

IN LIEVE AUMENTO LE NASCITE DA GENITORI STRANIERI  – Aumentano, seppur con un ritmo più contenuto, le nascite da genitori stranieri: sono oltre 77 mila i nati da genitori stranieri nel 2009, 78 mila nel 2010 e 79 mila nel 2011, pari al 14,5 per cento del totale dei nati.

AL NORD PIÙ DI UN NATO SU QUATTRO HA ALMENO UN GENITORE STRANIERO – Nel 2011 in media più di un nato su quattro ha almeno un genitore straniero al Nord e più di uno su cinque al Centro, mentre al Sud e nelle Isole le percentuali sono rispettivamente il 7,3 e il 6,8 per cento.

1,39 FIGLI IN MEDIA PER LE ITALIANE, 2 PER LE STRANIERE – Nel 2011 le residenti in Italia hanno avuto in media 1,39 figli per donna, in linea con la diminuzione osservata a partire dal 2008. L’aumento della fecondità registrato a partire dalla seconda metà degli anni Novanta ha dunque subito una battuta d’arresto dopo aver raggiunto il livello massimo di 1,42 figli per donna nel 2008. Le cittadine straniere, al contrario, hanno un calendario della fecondità decisamente più anticipato: l’età media delle donne alla nascita dei figli è di 28,3 anni, rispetto ai 32 delle cittadine italiane.

FRANCESCO E SOFIA I NOMI PREFERITI DAI NEO-GENITORI – A livello nazionale il nome Francesco mantiene il suo primato, mentre Sofia è subentrata a Giulia già nel 2010. Nonostante ci siano circa 30.000 nomi diversi per i maschi e altrettanti per le femmine, la distribuzione del numero di bambini secondo il nome rivela un’elevata concentrazione intorno ai primi 30 nomi in ordine di frequenza, che complessivamente coprono il 48 per cento di tutti i nomi attribuiti ai bimbi e il 41 per cento di quelli delle bimbe.

…E I NATI STRANIERI COME SI CHIAMANO?  – Si chiamano Adam, Rayan, Mohamed, ma anche Matteo, Alessandro o Gabriele i bambini stranieri nati da genitori residenti nel nostro Paese. Per le bambine il primato spetta a Sara, seguita da Sofia, Malak e Alessia. Le preferenze dei genitori stranieri si differenziano a seconda della cittadinanza: la tendenza a scegliere per i propri figli un nome diffuso nel paese ospitante piuttosto che uno tradizionale è spiccata per la comunità cinese.

UN NATO SU QUATTRO DA NON CONIUGATI, QUASI 1 SU 3 A CENTRO NORD – Sono circa 134 mila i nati da genitori non coniugati nel 2011, in linea con l’anno precedente; tuttavia a causa della forte diminuzione dei nati da coppie coniugate il loro peso relativo è aumentato dal 23,6 per cento del 2010 al 24,5 per cento del 2011. L’incidenza del fenomeno è triplicata rispetto al 1995. L’incremento più consistente negli ultimi anni si è verificato al Centro-Nord, dove i nati da genitori non coniugati sono attualmente quasi il 30 per cento. Alle regioni in cui, tradizionalmente, la propensione ad avere figli al di fuori del matrimonio era già più elevata (47 per cento nella Provincia Autonoma di Bolzano, 37 per cento in Emilia-Romagna e Valle d’Aosta, 35 per cento in Liguria, 34 per cento in Toscana e 32 per cento in Piemonte) si sono aggiunte tutte le altre.

SETTE BAMBINI SU 100 HANNO UNA MADRE ULTRAQUARANTENNE – Quasi il 7 per cento dei nati ha una madre di almeno 40 anni, mentre prosegue la diminuzione dei nati da madri di età inferiore a 25 anni (nel 2011 sono il 10,9 per cento del totale). Considerando le sole donne italiane la posticipazione della maternità è più accentuata: il 7,7 per cento sono ultraquarantenni e solo l’8,2 per cento ha meno di 25 anni.

IN CONTINUO CALO LE MADRI MINORENNI  – Prosegue la diminuzione delle nascite da madri minorenni, pari a 2.160 nel 2011 (erano 2.434 nel 2009), un valore inferiore di circa un terzo rispetto a quello registrato nel 1995 (3.142 unità). Il fenomeno è pressoché trascurabile al nord, mentre assume rilievo in alcune regioni del sud (408 nati in Campania, 497 in Sicilia).

PADRI ITALIANI CON PARTNER STRANIERA SONO I PIÙ ANZIANI – Al momento della nascita del figlio i padri hanno in media 36 anni e le madri 33 quando i genitori sono italiani, mentre nel caso di genitori entrambi stranieri l’età media si abbassa di qualche anno (33,9 anni i padri e 28,6 per le madri) e si allarga il differenziale di età dei genitori fino a circa 5,3 anni. Il divario di età più ampio (oltre 7 anni) si riscontra nella tipologia padre italiano e madre straniera.

IL LIBRO: SENZA FIGLI. UNA CONDIZIONE UMANA

Duccio Demetrio (un uomo-non padre) e Francesca Rigotti (una donna-madre) sono accomunati da un “non più” che vale per chi i figli non li ha più presso di sé e per chi di figli non ne ha avuti e non ne potrà-vorrà più avere. Queste due condizioni convergono in un “senza figli” che è uno dei tratti caratteristici delle società contemporanee e che costituisce l’appassionante tema di riflessione di questo volume, da titolo Senza figli. Una condizione umana (Cortina Raffaello, pp. 200, Euro 16,00). Con intelligenza e senza indicare facili soluzioni, gli autori indagano per la prima volta la condizione umana definita dall’essere “senza figli”, insistendo sulla specificità e anche sul dolore provocato da tale stato, in un momento in cui si parla soltanto di legami non rescissi, di genitorialità permanente, di autonomia mancata.

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