«Ci si ricorda dell’agricoltura e del lavoro agricolo solo quando la cronaca denuncia gravi episodi criminali, come lo sfruttamento dei clandestini o le truffe all’Inps. Ma l’agricoltura non è questo; è un settore vitale, innovativo, eclettico e con grandi potenzialità di crescita. Lo dimostra il fatto che, nonostante la congiuntura negativa, il mercato del lavoro è in lieve crescita ed il valore aggiunto è tornato ad essere positivo». Queste le parole del presidente di Confagricoltura Mario Guidi nel suo intervento al convegno su “Lavoro, occupazione, produttività”.
«L’occupazione dipendente del settore agricolo rappresenta – ha ribadito il presidente della Confagricoltura – una quota importante del mercato del lavoro del nostro Paese, sia in termini quantitativi, sia qualitativi. Merita quindi la massima considerazione all’interno del contesto economico e sociale del Paese e pari dignità rispetto al mercato del lavoro degli altri settori». L’occupazione nel settore agricolo è stata sostanzialmente stabile, con vari momenti di crescita nell’ultimo decennio. Ed anche quest’anno, nonostante la crisi, continua ad aumentare. Nel primo trimestre l’assunzione di manodopera ha registrato +6,7 per cento, nel secondo ha superato l’incremento a due cifre (+10,1 per cento).
Il tessuto produttivo sta cambiando e si va verso un’agricoltura più professionale e strutturata in grado di assicurare occupazione più stabile e di qualità. A fronte di una riduzione del numero complessivo delle aziende aumenta la loro dimensione media, crescono gli imprenditori agricoli professionali e aumentano le società agricole di persone e di capitali. Questo processo va favorito e non penalizzato, come invece succederà con la legge di stabilità per il 2013 che elimina, per le società agricole, la possibilità di optare per la determinazione del reddito su base catastale.
Urge, infatti, favorire e sviluppare l’esercizio in forma societaria dell’impresa agricola in un settore caratterizzato ancora oggi da un’eccessiva frammentazione del tessuto produttivo e da piccole dimensioni aziendali. Del resto i dati dimostrano che è proprio nelle società e nelle imprese più professionalizzate che si concentra l’occupazione dipendente. Queste imprese hanno gli stessi problemi e incontrano le medesime difficoltà delle imprese degli altri settori produttivi: elevata pressione fiscale e contributiva sul lavoro, bassa produttività, eccesso di burocrazia.
Il presidente Guidi, a proposito della riforma Fornero, ha quindi rimarcato l’assenza di Confagricoltura al tavolo ufficiale di confronto tra Governo e parti sociali. «Non vi può essere – ha commentato – scarsa attenzione sulle questioni dell’occupazione agricola, nella errata convinzione che le esigenze delle imprese agricole non siano omogenee a quelle di qualsiasi altro settore».
Mario Guidi infine ha evidenziato le proposte di Confagricoltura per consentire alle imprese agricole di crescere in termini occupazionali e di migliorare la produttività. «Siamo impegnati – ha proseguito il presidente di Confagricoltura – a rafforzare l’occupazione nella produttività, la stabilità è strettamente connessa all’incremento produttivo e quindi anche alla meritocrazia».
Nel corso del convegno il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera si è dichiarato favorevole alla determinazione del reddito delle imprese agricole su base catastale che verrebbe, invece, abolita dalla legge di stabilità. «Auspico che in sede di conversione in legge del decreto – ha dichiarato il ministro – accogliendo le richieste della Confagricoltura, si aggiusti il tema dell’opzione tra fiscalità legata a bilanci e redditi catastali».
Intanto, c’è molto ancora da fare per snellire la burocrazia delle assunzioni, soprattutto per i rapporti di lavoro agricolo stagionale che sono assoggettati alle stesse identiche procedure previste per la generalità dei rapporti di lavoro dipendente. In tal senso Confagricoltura ha recentemente proposto l’introduzione delle “assunzioni di gruppo”, ovvero l’assunzione congiunta da parte di imprese che fanno capo allo stesso gruppo, o legate da un contratto di rete, o riconducibili ad uno stesso proprietario oppure ad uno stesso nucleo familiare (ferma restando la responsabilità di tutte le imprese che hanno proceduto all’assunzione nei confronti del lavoratore e delle amministrazioni previdenziali e fiscali).
La proposta risponde all’esigenza di semplificare i rapporti di lavoro instaurati tra singoli lavoratori ed una pluralità di datori di lavoro che, pur distinti dal punto di vista giuridico, operano di fatto in modo molto simile ad un’unica azienda. «La proposta – ha rimarcato Confagricoltura – è a “costo zero” per la finanza pubblica, avrebbe inoltre il merito di favorire processi aggregativi tra le imprese e di stabilizzare l’occupazione in agricoltura con conseguenti risparmi per le casse dell’Inps in termini di prestazioni temporanee (disoccupazione, etc.), garantendo oltretutto una maggiore stabilità del rapporto».