Milano per la legalità e contro le mafie di ieri e di oggi. In Lombardia sono più di 800 i beni (tra aziende e immobili) sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Di questi, 300 si trovano sul territorio della città di Milano e 130 sono già stati trasferiti dallo Stato al Comune che li ha destinati a enti e associazioni per finalità sociali. I prossimi immobili saranno tre appartamenti situati in viale Sarca, viale Monza e viale Majno.
Per tre giorni, dal 9 all’11 novembre 2012, saranno aperti al pubblico per ospitare il primo Festival dei Beni confiscati alle mafie, 19 immobili, ex appartamenti, laboratori ed esercizi commerciali un tempo utilizzati per il traffico di stupefacenti, il riciclaggio di denaro sporco, l’usura, lo sfruttamento della prostituzione e altre attività illecite, a sottolineare l’impegno di Milano nella restituzione alla legalità e ai cittadini di beni appartenuti e usati dalla criminalità organizzata. In programma più di 90 eventi culturali con spettacoli musicali, cinema, teatro, presentazione di libri (12 titoli dedicati alle mafie), incontri e intrattenimento per i bambini che saranno anche protagonisti, con le scuole, delle visite guidate organizzate dall’Associazione Libera. I beni, alcuni dei quali al centro di vicende che risalgono agli anni ’90, sono stati assegnati in comodato d’uso gratuito a enti e associazioni del no profit per la realizzazione di progetti con finalità sociali. In essi ci si occupa di anziani, di adulti in difficoltà, di famiglie, di giovani, di ragazze vittime della tratta, di persone con disabilità.
«Questo primo Festival dei Beni confiscati – ha detto l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – rappresenta per la città e per i milanesi l’opportunità di una mobilitazione corale intorno al tema della legalità e delle mafie che, anche a Milano, hanno accresciuto la propria presenza e i propri interessi, complice la negazione e la sottovalutazione del fenomeno da parte di istituzioni e non solo. È finito il tempo di questa complicità che, sottovalutando le infiltrazioni e la ramificazione sul territorio delle organizzazioni criminali, ne ha di fatto alimentato la presenza».
«Credere che le mafie non possano esistere a Milano – ha ammonito Majorino – è una tragica idiozia. Si deve chiudere definitivamente il tempo in cui Milano ha fatto finta di niente pensando di essere immune alla presenza della criminalità organizzata. Nessuno è immune e gli ultimi fatti di cronaca ce lo hanno ancora una volta drammaticamente ricordato».
I beni aperti per il Festival sono localizzati in tutta la città e tre (via Cenisio 25, via Canonica 87, via Baldinucci 13) saranno inaugurati in occasione del Festival. Saranno aperti anche due beni simbolo della lotta alla ‘ndrangheta a Milano: la discoteca della Sogemi all’Ortomercato, chiusa nel 2009 dopo la relazione annuale antimafia e il Centro sportivo comunale Iseo, parzialmente danneggiato un anno fa da un incendio doloso. Nell’ex locale delle cosche si esibiranno tra gli altri Giulio Cavalli, con l’anteprima dello spettacolo Duomo d’Onore, Manuel Ferriera nel monologo “Lezione di Tango all’Ortomercato” e Vinicio Capossela. Al Centro sportivo Iseo domenica 11 ci saranno per tutto il giorno attività ed esibizioni: tornei di calcio e una staffetta che toccherà alcuni dei beni aperti per il Festival.
Il Festival sarà aperto venerdì 9 da un incontro dibattito sul tema della legalità in un luogo simbolo della città, l’aula consiliare di Palazzo Marino, con gli interventi del Presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo, dell’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e del Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Con loro il Presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, il Presidente onorario di Libera Nando dalla Chiesa e il direttore artistico del Festival Barbara Sorrentini.
La tre giorni di Festival è il risultato della volontà e del lavoro di tanti: Comune di Milano, Associazione Libera, Agenzia nazionale per i Beni sequestrati e confiscati, Fondazione Milano, Sogemi, Radio Popolare e Naba – Nuova Accademia di Belle Arti Milano. Sono stati proprio quattro studenti del Naba a ideare e realizzare il soggetto della campagna di comunicazione del Festival: su sfondo bianco spicca una scritta nera “La Mafia non esiste.” Sotto in corsivo una firma inequivocabile: “La Mafia”. Lo slogan della campagna nasce da una frase più volte sentita e ripetuta nella storia e nei libri che hanno descritto e raccontato negli anni il fenomeno mafioso in Sicilia e nel nostro Paese. I ragazzi l’hanno voluta riprendere in tono provocatorio, mettendo nero su bianco la verità spesso negata.
I beni confiscati che saranno aperti al pubblico e alla iniziative culturali sono 19. A questi si uniscono la discoteca dell’Ortomercato e il Centro sportivo Iseo. Il Festival con le sue iniziative coinvolgerà anche lo Spazio Ansaldo, con la mostra “Il mio sguardo libero. Volti per la legalità” e la Manifattura Tabacchi, con la proiezione del film “Convitto Falcone” di Pasquale Scimeca. Tra i beni confiscati, tre saranno inaugurati e aperti per la prima volta al pubblico in occasione della tre giorni.