Futuro e rovine sembrano termini inconciliabili. L’uno guarda avanti, l’altro, indietro. Da questo assunto parte il libro di Antonella Tarpino, Spaesati. Luoghi dell’Italia in abbandono tra memoria e futuro (Einaudi, pp. 230, Euro 18,00), in uscita il prossimo 13 novembre.
Questo libro percorrendo l’Italia da Nord a Sud, risuscita l’immagine di luoghi simbolo che, caduti ai margini dello sviluppo, mostrano però (alcuni almeno) tracce di futuro. E nel contrasto fra le rovine di ieri e le macerie di un presente in declino che ritrovano visibilità i luoghi in abbandono: dall’antica borgata alpina di Paraloup, nel cuneese, che ospitò le prime formazioni partigiane, e ora è in via di rinascita, alle cascine del cremonese, un tempo teatro delle grandi lotte contadine e oggi ripopolate da allevatori indiani; dallo scenario dolente di Onna dell’Aquila e dell’Irpinia post-terremoto fino a Riace nella Locride, il paese dei Bronzi, meta di nuovi naufraghi dal Mediterraneo in fiamme. In questo racconto della memoria, Antonella Tarpino ci conduce dentro un’Italia che si riscopre fragile: in bilico tra i troppi vuoti delle aree spopolate e i troppo pieni, ma già desueti, delle periferie in disarmo.