Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani agli arresti domiciliari in India dallo scorso 30 maggio, dovranno aspettare ancora altri tre mesi per avere un’idea più chiara della loro sorte. La tanto attesa sentenza della Corte Suprema indiana sui ricorsi presentati dall’Italia in difesa della giurisdizione nazionale e della immunità funzionale dei due fucilieri della Marina non è arrivata e i marò, che avevano chiesto di trascorrere il Natale a casa, sembrano destinati a rimanere ancora in India, dove sono trattenuti da oltre dieci mesi. Il rinvio delle sentenza suona quasi come una beffa tanto che il Governo italiano si è finalmente deciso ad abbandonare la linea morbida seguita finora e ad emanare un duro comunicato stampa nel quale ribadisce la volontà di lottare la fianco dei suoi soldati.
«Il Governo italiano esprime forte delusione e profondo rammarico per il posticipo – si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi – a oltre tre mesi dalla conclusione del dibattimento, della sentenza della Corte Suprema indiana sui ricorsi presentati dall’Italia in difesa della giurisdizione nazionale e della immunità funzionale dei due fucilieri della Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti in India da più di nove mesi. Il Governo italiano, forte delle proprie argomentazioni fondate sul diritto internazionale, ribadisce la propria ferma posizione a fronte delle procedure giudiziarie indiane. Posizione condivisa a livello internazionale, in seno alle organizzazioni internazionali e all’Unione europea, preoccupate per le conseguenze negative che il mancato riconoscimento della giurisdizione dello Stato di invio dei militari avrebbe sull’impegno internazionale nella lotta contro la pirateria in alto mare e nelle missioni di pace all’estero. Il differimento della pronuncia della Corte Suprema non appare assolutamente comprensibile agli occhi delle istituzioni e dell’opinione pubblica italiane e provoca forte preoccupazione». Il Governo italiano, quindi «proseguirà con immutato vigore la propria azione volta a far prevalere le proprie ragioni e a riportare così in Italia quanto prima i due militari del Battaglione San Marco».
Che il pronunciamento della Corte Suprema fosse posticipato era nell’aria, tanto che la difesa dei due fucilieri della Marina, prima che fosse noto il rinvio, aveva presentato una richiesta all’Alta Corte dello Stato del Kerala per ottenere il permesso di rientrare, con una licenza ad hoc, in Italia per le festività natalizie. A riferirlo è stato il quotidiano Indian Express, che ha spiegato che l’istanza presentata dall’avvocato Udey Banu è stata ammessa dall’organo giudiziario e verrà discussa martedì prossimo.
I due marò si trovano dal 30 maggio in libertà vigilata dietro cauzione in un hotel di Kochi. Sono accusati di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati somali il 15 febbraio mentre si trovavano al largo della costa indiana in acque internazionali e a bordo di una petroliera italiana. È stato loro ritirato il passaporto e non hanno la facoltà di allontanarsi dalla circoscrizione della polizia di Kochi. Inoltre, sono obbligati a presentarsi quotidianamente al commissariato per la firma di presenza.
Intanto, Giorgio Napolitano ha ricevuto al Quirinale i familiari dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Presente all’incontro anche il Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola. Il Capo dello Stato ha manifestato la propria solidarietà esprimendo il sostegno del Paese e il costante, forte impegno delle istituzioni per una rapida soluzione della dolorosa vicenda.
Il caso dei fucilieri della Marina sarà protagonista della puntata di domenica 16 dicembre di “Terra!”, in onda su Retequattro in seconda serata. Il settimanale, che vede Toni Capuozzo in India, prevede due servizi a cura di Sandro Provvisionato e Anna Migotto e un reportage dell’inviato de “Il Giornale”, Fausto Biloslavo. Capuozzo apre con una riflessione sul motivo per cui i due marò siano ancora trattenuti in India e se vi siano dei limiti all’attività diplomatica condotta sin qui dal governo italiano. La puntata entra quindi nel vivo con il pezzo di Provvisionato (“Quel giorno di febbraio”), che ricostruisce le fasi che hanno innescato l’intera vicenda e l’arresto dei due militari. Migotto (“Marò in tempesta”), invece, affronta i momenti successivi alla vicenda, con un’intervista ai familiari dei due pescatori, il resoconto dell’attività diplomatica, la reazione dell’opinione pubblica indiana e le tesi espresse dalla stampa indiana. Infine, un servizio di Biloslavo (“Afghanistan Goodbye”) dedicato al disimpegno dei militari italiani dall’Afghanistan.
Piera Vincenti