Il gatto, la specie felina che convive con l’uomo da millenni, è sempre stato adorato e celebrato attraverso l’arte fin dai tempi più antichi, dando origine ad un’iconografia riconosciuta in tutto il mondo. E proprio al gatto e al suo rapporto con l’arte è dedicata la mostra ospitata dal Museo Civico di Zoologia di Roma fino al 13 gennaio 2013, un’esposizione che ci riporta nella Parigi dell’Ottocento e del Novecento, quando il gatto era celebrato quasi come un animale divino, ed ispirava illustratori, artisti, poeti e scrittori. In questi due ultimi secoli Sua Maestà il Gatto è diventato l’eroe dell’arte dell’illustrazione e la mostra gli rende omaggio attraverso una documentazione originale di straordinario fascino, raccolta e conservata presso il Museo Parigino di Roma, che spazia dagli storici manifesti dello Chat Noir sino ad una cartolina postale degli anni ’30 del secolo scorso. Manifesti, stampe, foto, dischi, pin, feves, riviste e libri illustrati, figurine pubblicitarie, spartiti, découpages, giochi di società, cartoline postali, tutti materiali consacrati a Sua Maestà il Gatto. I tasti toccati sono quelli della caricatura e della personificazione, della favola, del cinema, dell’arte grafica, della canzone dei cabaret parigini, della pubblicità, della letteratura.
Ma dove nascono i nostri eroi? Ovviamente a Montmartre, cittadella felina da sempre, quartier generale degli artisti e dunque dei gatti, loro tradizionali compagni di ventura. Maupassant, Théophile Gautier, Baudelaire, Erik Satie, Pierre Loti, Suzanne Valadon, Colette… (e la lista potrebbe non finire mai) si sono aggiunti ad essi nel rendere, attraverso le pagine letterarie o musicali, omaggio ai gatti parigini. Steinlen, Willette, Rivière, Mars, Job e molti altri artisti poi hanno portato nel mondo l’immagine di Parigi attraverso i loro manifesti.
Umanizzato e travestito, generato principalmente da Grandville, ripreso successivamente da altri illustratori, con piume e stivali, cappellini sfarzosi, fiocchi , foulards, abitini sfiziosi e campanelli è apparso così negli ottocenteschi libri di lettura per ragazzi, nelle tavole d’Epinal, nelle figurine pubblicitarie del Bon Marché, nei racconti di Perrault o nelle favole di La Fontaine.
L’Ottocento gli ha reso omaggio soprattutto con i suoi affichistes, i cartellonisti che, sovente, lo hanno accostato all’immagine pubblicitaria. Ecco così un buon latte, un cioccolato fumante o un aperitivo che per aver maggior credito prendono come testimonial proprio lui, Sua Maestà il Gatto. Nel Novecento i caricaturisti, com’è loro costume, lo hanno un po’ preso in giro, ma con quel esprit de finesse cha va bene per la griffe di un profumo, o come per una cartolina postale. La mostra è divisa in sezioni, che rappresentano il Gatto nell’arte, nella pubblicità, nel teatro, nel cinema e nella letteratura. Saranno inoltre proiettati alcuni film che vedono come “attori” i gatti di Parigi.