Stati Uniti ed Europa alla ricerca di regole comuni a difesa dei consumatori nel Mondo globalizzato. È questo il tema del dibattito che si svolgerà in occasione della presentazione del volume “Quando volano i fenicotteri. Ascesa e declino del movimento dei consumatori” di Carlo Pileri, che si terrà presso il Centro Studi Americani a Roma giovedì 20 dicembre 2012. Oltre all’autore, saranno presenti Giulio Tremonti con “La prima crisi globale: uscita di sicurezza”; Giorgio Benvenuto, Presidente Fondazione Bruno Buozzi; Guglielmo Epifani, Presidente Associazione Bruno Trentin; Elio Lannutti, Presidente Adusbef; Antonio Lirosi, Presidente CNCU dal 1998 al 2000; Adriano Musi, Vicepresidente commissione Finanze Senato; Daniela Primicerio, Presidente CNCU dal 2002 al 2006; Carlo Rienzi, Presidente Codacons; Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori; Presiede Sandro Roazzi, Capo ufficio stampa Confesercenti.
IL LIBRO
«Quando volano i fenicotteri, è un accattivante racconto, una attenta riflessione delle svolte, dei successi, delle sconfitte, dei limiti, degli errori che hanno contraddistinto l’impegno nel mondo dei consumatori. Ricordi, memorie, aneddoti, tante curiosità, molti inediti. Tutti emblematici. C’è amarezza, ma non c’è mai rancore. Le occasioni sprecate, le battaglie perdute, i limiti del sistema politico italiano, le cadute di rappresentatività dei diversi soggetti sociali appaiono, scompaiono, ricompaiono nella lettura del libro. Dal groviglio delle questioni irrisolte si dipana il filo del racconto che vuole chiarire gli aspetti più intricati e controversi della storia recente dei consumatori. Non mancano le critiche amare e pungenti per i protagonisti delle forze sociali e delle forze politiche. L’accusa di fondo è quella del mancato impegno nella costruzione di una vera, forte, grande intesa tra le associazioni dei consumatori. E’ un racconto critico, immune da ciechi entusiasmi o da preconcette avversioni; non è una agiografia, ma una puntuale descrizione dei fatti e delle vicende dell’ADOC. Carlo Pileri sollecita il lettore e ne stimola la curiosità. Eccita nelle fasi di stanchezza, consola nelle ore di sconfitta. Sa che per raccontare deve spiegare un mondo da far comprendere». Così Giorgio Benvenuto, nella prefazione, presenta il libro che Carlo Pileri ha scritto ripercorrendo i 12 anni, dal 2000 al 2012, in cui è stato Presidente dell’Adoc e tra i protagonisti di una nuova esperienza nata nel pantano di un’Italia ancora sconvolta dalla Tangentopoli degli anni novanta e immersa in una crisi economica senza precedenti.
Appoggiato alla balaustra, nel soppalco del ristorante “Bella Napoli”, sgranocchio un grissino e li osservo. Sappiamo tutti e quattro che quella sarà una giornata importante. Con Elio (Lannutti), Rosario (Trefiletti) e Carlo (Rienzi) non è la prima volta che ci ritroviamo attorno ad un tavolo a discutere su come dare forza al nascente movimento dei consumatori. Siamo consapevoli delle potenzialità e del bisogno che ci sono nel nostro Paese di un movimento organizzato, ma anche delle difficoltà che si incontrano per ottenere i necessari riconoscimenti e risultati significativi. Da pochi mesi l’Euro ha sostituito la Lira, e le conseguenti, disastrose, ricadute sugli italiani, ogni giorno che passa, sono sempre più evidenti… E’ Elio, dopo che il cameriere della Bella Napoli ci aveva servito l’antipastino a base di pesce, a urlare: “INTESA!”. Noi ci guardiamo increduli. Allora lui continua, come se avesse letto dentro la testa di ciascuno di noi quella perplessità. “Ma si, amici, INTESA DEI CONSUMATORI, dobbiamo stringere un patto ferreo tra di noi, e questo patto si deve chiamare: INTESA DEI CONSUMATORI.” Nasce intorno a quel tavolo alzando in aria i bicchieri, in una giornata di una tiepida primavera romana, il patto che per 5 anni avrebbe cambiato radicalmente il mondo dei consumatori italiani. E’ il 5 aprile del 2002.
Così inizia il libro, raccontando in prima persona come nacque l’Intesa dei consumatori e come si è sviluppata, nei cinque anni di vita, la sua azione. Ricorda gli scioperi della spesa, e le varie tappe che hanno portato l’Intesa dei consumatori “a un passo dal cuore decisionale” come dice Stefano Masini, di Coldiretti, rispondendo alla fine del libro ad una domanda dell’autore «… Era già ai tavoli del Governo, delle Autorità, delle associazioni di impresa. I consumatori avevano finalmente acquisito la consapevolezza di quale fosse il potere decisionale, e avevano l’autorevolezza e la capacità di essere presenti e di contribuire a quelle decisioni».
E negli anni in cui l’Intesa aveva portato i consumatori così vicini alle stanze del potere, l’Italia stava cambiando velocemente. «Nel 1990, anno in cui viene introdotto in Italia il telefonino, solo lo 0,4 per cento degli italiani ha il cellulare, ma nel 1997 la percentuale sale al 27,3 per cento, e nel 2010 raggiunge il 90,6 per cento. Il PC nel 1997 lo hanno il 14,7 per cento degli italiani, nel 2010 la percentuale sale al 57,6 per cento – scrive Pileri nel libro – il 1996 vede sbarcare internet in Italia. L’accesso a internet nel 1997 lo hanno il 2,3 per cento degli italiani, nel 2010 la percentuale è del 52,4 per cento. Internet cancella le distanze e modifica radicalmente il concetto che si aveva fino ad allora di comunicazione». Ma sono anche gli anni della grande immigrazione, dei guadagni facili in borsa e della vanificazione altrettanto rapida di quegli investimenti, sono gli anni del Nasdaq, della crisi argentina, della Lehman Brothers, di Cirio e Parmalat che si affacciano nelle pagine del libro e scompaiono sopraffatti dai tanti altri avvenimenti che sconvolgono la vita dei consumatori italiani. Il blackout del 2003, l’attacco all’America, la guerra dietro l’angolo, la politica incapace di guidare il Paese fino al Governo dei tecnici e ad una crisi del movimento consumerista, incompreso dai sindacati e dai partiti, nel momento in cui l’Italia ne avrebbe più bisogno.
Le conclusioni sono una riflessione amara e preoccupata, sintetizzate in una sorta di postfazione al libro, su come il sistema italiano complessivamente non sia maturo. Le imprese non sono abituate alla concorrenza, hanno paura di confrontarsi nel mercato preferendo tenersi a bada senza innovarsi radicalmente, senza mai mettersi completamente in gioco. I Sindacati non vogliono cedere il ruolo egemonico di rappresentare gli interessi sociali, rischiando, per difendere rendite di posizione acquisite, di farsi mettere in un angolo da cui sarà sempre più difficile uscire. I Partiti, infine, hanno sempre avuto paura di cedere spazi di rappresentanza a nuovi soggetti sociali, che sono tollerati solo fino a quando sono funzionali alle strategie dei partiti stessi, ma sono da emarginare nel momento in cui acquisiscono una loro capacità di rappresentanza autonoma. Le Associazioni dei consumatori sono divise ed incapaci di esprimere una linea forte ed unitaria che sappia imporsi sulla scena istituzionale. Con queste premesse, i limiti alla nascita di una nuova Italia moderna, affacciata sul Mondo e anzi inserita nel Mondo da protagonista, provocano le tante distorsioni e anomalie che gli italiani in gran parte non sopportano più.
Leggere le pagine significa ripercorrere la storia dell’Italia recente, capire il perché è montata la disaffezione dalla politica e la diffidenza verso lo Stato e la politica, capire anche come sia difficile riuscire a cambiare le carte sulla tavola di un Paese che è critico con se stesso ma incapace di affrontare fino in fondo i problemi, preferendo aspettare che il brutto tempo passi, che tutto si risolva, che venga l’arcobaleno, da solo, dopo la tempesta e intanto si guarda speranzosi verso il cielo in attesa che diventi rosa, colorato magari dal ritorno dei fenicotteri.