Libro tradizionale o ebook? La questione sta prendendo sempre più piede in Italia dove il mercato del digitale ha iniziato veramente a decollare solo nell’ultimo anno con la diffusione degli e-reader. C’è chi sostiene il libro cartaceo come esperienza di lettura multisensoriale, che coinvolge vista, tatto olfatto; e poi ci sono gli entusiasti della tecnologia che trovano la lettura digitale più pratica e leggera, ma soprattutto più economica. Ma è davvero così?
In valore assoluto sì, ma a ben guardare c’è un’incongruenza pesante tra l’Iva applicata ai libri tradizionali e quella che invece paghiamo sugli ebook. In Italia l’Iva sui libri è al 4 per cento, perché sono ritenuti prodotti culturali dall’Unione Europea, che però considera gli ebook dei servizi, per i quali è prevista l’aliquota massima, ovvero il 21 per cento. Ma ci sono Paesi, come gli Stati Uniti, in cui l’Iva sui libri digitali è lo zero per cento.
A sollevare la questione è un’inchiesta del corriere.it, che spiega come Francia e Lussemburgo si siano rifiutate di adeguarsi alla normativa europea applicando agli ebook la stessa Iva deli libri cartacei, rispettivamente al 7 e al 3 per cento. La mossa, tuttavia, non è servita per far modificare la legge dell’Unione Europea, che anzi ha aperto una procedura di infrazione contro entrambi i Paesi. Dovevano adeguarsi entro il 30 novembre 2012 ma non lo hanno fatto.
Il motivo lo spiega l’ex ministro della Cultura francese, Jacques Toubon, attuale delegato del ministero della Cultura francese per le questioni fiscali: «Ci ribelliamo all’Europa. Vedremo se hanno veramente intenzione di trascinarci davanti alla Corte di giustizia europea. Quello che vogliamo è far cambiare una regola che riteniamo assurda. Diversi Paesi ci sostengono, speriamo che tra questi ci sarà anche l’Italia. È fondamentale che tutti rispondano e prendano una posizione netta».
L’iniziativa di Francia e Lussemburgo avrebbe già raccolto il consenso di Spagna, Svezia e Belgio. Toubon è venuto alla Fiera della piccola editoria di Roma per cercare di convincere anche l’Italia ad abbassare l’Iva sugli ebook. Anche perché il Governo sta mettendo a punto l’Agenda digitale per informatizzare la burocrazia e il sapere, e venire incontro alle esigenze di risparmio delle famiglie italiane.
Il presidente dell’Associazione italiana editori, Marco Polillo, in linea con l’ex ministro francese, sostiene la necessità di «neutralizzare i 17 punti percentuali di differenza di aliquota Iva che penalizzano i libri digitali». E penalizza anche i consumatori europei e la diffusione del sapere e della cultura, a favore delle grandi multinazionali online americane, che invece l’Iva non la pagano.
Piera Vincenti