Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò detenuti in India da dieci mesi, potranno tornare a casa per le festività natalizie grazie a un permesso speciale concesso dall’Alta Corte di Giustizia del Kerala, che questa mattina ha accolto la richiesta dei fucilieri della Marina. Non senza condizioni. Per la licenza natalizia, dovrà essere lasciata una garanzia finanziaria di 60 milioni di rupie, pari a oltre 826 mila euro. I marò potranno rimanere in Italia per due settimane e rientrare in India entro il 10 gennaio del 2013. Durante il periodo di permanenza, dovranno fornire al commissariato della polizia di Kochi i dettagli dei loro spostamenti, mentre già adesso hanno indicato gli indirizzi delle abitazioni italiane e i numeri di cellulare in modo da essere sempre rintracciabili.
Appresa la notizia, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha esternato la sua soddisfazione, lanciano un monito al governo indiano: «Potremo abbracciare qui questo Natale i nostri marò, contando che al loro rientro in India, secondo gli accordi, potranno finalmente succedere decisioni della Suprema Corte indiana perché rientrino finalmente in patria per essere sottoposti alla giustizia italiana», ha detto il capo dello Stato anticipando che nel pomeriggio si collegherà con i due militari. Soddisfatto della licenza anche il ministro degli Esteri Giulio Terzi, che ha commentato: «È un grande sollievo. Si è trattato di una prova di sensibilità indiana per i valori più sentiti dal popolo italiano e dalla nostra gente».
La decisione della Corte del Kerala è arrivata questa mattina dopo numerosi rinvii che hanno lasciato con il fiato sospeso la delegazione italiana. Dopo la sentenza, infatti, ci sono una serie di pratiche burocratiche da adempiere per permettere il rientro in patria dei marò che, se l’attesa si fosse protratta, non sarebbero comunque riusciti a rientrare per Natale. I due marò si trovano dal 30 maggio in libertà vigilata dietro cauzione in un hotel di Kochi. Sono accusati di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati somali il 15 febbraio mentre si trovavano al largo della costa indiana in acque internazionali e a bordo di una petroliera italiana. Sulla questione di fondo, ovvero la giurisdizione del caso, deve ancora pronunciarsi la Corte Suprema indiana, che però nei giorni scorsi ha rinviato la sentenza di tre mesi.
Piera Vincenti