Quello della crescita e della competitività dell’Italia sono temi centrali in un momento come quello attuale in cui il Paese cerca di uscire dalla crisi. A ricordarlo è stato il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco duramente contestato a Firenze da un gruppo di studenti, che lo hanno costretto a interrompere la lectio magistralis tenuta ieri. Visco ha sottolineato che il 2013 «sarà un anno difficile» ma occorre risanare i conti pubblici per ridare fiducia ai mercati e «trovare le motivazioni e gli incentivi per affrontare con decisione il problema della crescita». Una crescita che può realizzarsi solo con la flessibilità, l’investimento e l’innovazione, per questo dovrà essere varato un pacchetto organico di riforme, i cui punti fondanti sono le liberalizzazioni nell’accesso ai mercati, il sostegno dell’accumulazione di capitale umano e fisico e la riduzione degli ostacoli burocratici, ma anche il contrasto all’evasione fiscale e alla corruzione.
Solidarietà al Governatore di Bankitalia è arrivata dal presidente di Confagricoltura Mario Guidi, che ha dichiarato: «Condividiamo l’analisi del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che, nella lectio magistralis all’Università di Firenze, ha affermato che l’economia non ripartirà nell’immediato. Le stime per l’anno in corso sono di una flessione del Pil mediamente dell’1 per cento e rimandano i risultati di segno positivo al 2014».
«Siamo molto preoccupati – ha aggiunto Guidi – In questo momento di profonda debolezza economica chi sarà chiamato dalle urne a governare il Paese dovrà investire le migliori energie per riavviare la crescita. In campagna elettorale le forze politiche focalizzino le strategie».
Centrale nel processo di crescita sarà l’agricoltura. «I primi impegni che ci attendiamo dal nuovo Parlamento e dal rinnovato Esecutivo dovranno essere proiettati, come ha ricordato il governatore Visco, a varare un disegno organico di riforme per la competitività – ha concluso il presidente di Confagricoltura – . Nei programmi di sviluppo le imprese agricole non dovranno essere trascurate, come troppo spesso è accaduto in passato, perché hanno concrete potenzialità. Lo dimostrano i dati sull’export del settore primario, con le imprese che hanno quasi del tutto recuperato il terreno perduto nell’internazionalizzazione nei primi mesi del 2012. Ripartire dall’agricoltura non è uno slogan».