Le fonti antiche raccontano che Parma, fondata come colonia romana nel 183 a.C., sorgeva su un territorio appartenuto prima agli Etruschi e poi ai Galli. Sorta su un sito che alla disponibilità d’acqua e terreno abitabile aggiungeva la posizione favorevolissima (lungo antichissime vie commerciali che attraversavano la regione emiliana), Parma è pertanto una città nata più volte.
Per questo la mostra “Storia della prima Parma” parla nel titolo proprio di ‘storie’, alludendo a momenti di sviluppo della città che nel tempo hanno avuto caratterizzazioni diverse, determinando vere e proprie soluzioni di continuità e nuovi ‘inizi’ della sua vicenda storica. L’esposizione sarà inaugurata il 12 gennaio 2013 per concludersi il 4 giugno, presso il Museo Archeologico Nazionale di Parma.
Illustrando le scoperte archeologiche effettuate nel suo territorio nell’ultimo decennio, i curatori della mostra, Daniela Locatelli (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna), Luigi Malnati (Direttore Generale per le Antichità) e Daniele F. Maras (Sapienza Università di Roma), riescono a disegnare – e ridisegnare – il quadro storico finora noto per le fasi più antiche della città.
Queste indagini, finora inedite, riportano alla ribalta il ruolo di Parma in epoca preromana nell’ambito della regione emiliana occidentale, da sempre ‘terra di confine’ posta tra l’Etruria propria e le culture dell’Italia settentrionale (Veneti, Liguri, cultura di Golasecca), nonché punto di passaggio obbligato per le comunicazioni con i Celti d’Oltralpe.
Si tratta di una serie di insediamenti di tipo stabile e di sepolture che si collocano intorno al centro urbano attuale e che testimoniano la continuità di occupazione a partire almeno dal VII secolo a.C. avanzato. Caratterizzati dalla presenza di materiali che denotano profondi legami con il mondo etrusco, questi ritrovamenti mostrano al tempo stesso connotazioni riconducibili a una ‘cultura mista’ determinata proprio dalla posizione della città e dal suo contatto con le diverse culture circostanti, e consentono pertanto di chiarirne meglio il ruolo storico anche nel più vasto ambito regionale.
Una stessa fortunata stagione di scavi e scoperte ha messo in luce i documenti archeologici della prima occupazione di Parma in epoca romana, dopo la ‘parentesi’ gallica durata per oltre due secoli e di cui soltanto ora sono state scoperte le prime testimonianze materiali.
È così risultato che, dopo la parentesi del V e del IV secolo a.C., le cui scarse testimonianze sembrano attestare la riduzione o la scomparsa dei centri abitati precedenti in corrispondenza con la prima presenza celtica nella pianura Padana, nel corso del III secolo il popolamento di Parma ha conosciuto un rinnovamento, in forme strutturate, con una concentrazione di tracce di abitato nel sito della città attuale, che preludono all’installazione della colonia nel 183 a.C.
È perciò nel contesto di un centro già formato, il quale in età gallica rivitalizzava il popolamento etrusco di età arcaica, che si installarono i coloni Romani. Di questa colonia gli scavi degli ultimi decenni hanno rivelato le testimonianze più antiche, sia dal punto di vista della vita civile che delle forme di culto, dove meglio si esprime il confronto tra la cultura latina ed italica con il mondo celtico e ligure.