Sfila l’Haute Couture a Parigi e questa volta è l’estro più luxury il gran protagonista di scena. Sorprende, incanta, come una fiaba. Come quella raccontata sulla pedana di Chanel dove la “principessa” d’onore Cara Delavigne ha “cavalcato” la passerella diventando un’eroina ora gotica, ora romantica. Chanel colpisce ancora con la creatività, anche nella versione più “alta”. Le atmosfere diventano quindi malinconiche, a tratte anche tenebrose, dal gusto gotico sì, ma dall’impatto struggente come certi romanzi di Goethe o Schiller dove la femminilità è quella che seduce e turba. Le figure diventano così eteree, i tessuti sempre più preziosi.Sfilano paillettes, ricami, vestiti lunghi onirici. Quasi un omaggio, anche nell’Haute Couture, a quel pubblico più giovane, in continuo contatto con la tendenza, quella che mescola l’eleganza all’avanguardia. E sorprende poi il gran finale, simbolo quasi di un amore saffico, con le due spose Chanel che concludono uno show semplicemente impeccabile.
La rivoluzione estetica si respira anche da Dior dove Raf Simons, alla sua seconda prova di stagione, supera tutto e tutti, persino se stesso. L’ispirazione nasce dagli archivi della maison Dior e il suo aspetto è altamente romantico. Presenti i tailleur, i pantaloni stretti, gli smoking, tratti distintivi del taglio-Simons ma la veste di tutta la collezione è senz’altro iperfemminile. La location è un giardino e le modelle appaiono “fresche”, liberate anche dai capelli: tagli cortissimi, quasi maschili e un dettaglio di scintillio sulla bocca, quella che ha attirato l’attenzione del pubblico. Una primavera-sparkling tinge le labbra di Dior, creando un messaggio di novità privo però di ogni ostentazione, d’effetto sì, ma puramente sofisticato.
Sorprende nel senso di energia, con i suoi colori speziati e il sapore dell’India, lo scenario di Jean Paul Gaultier. Tonalità gialle come lo zafferano, verde come il curry. Compare anche il rosso, il grigio, l’ocra e l’alternanza del nero. Parliamo di Haute Couture che accoglie anche i pantaloni corti alla caviglia e i lunghi abiti con strascico. Il viaggio continua da Armani Privé: lo show è tutto un incontro tra Oriente ed Occidente, celebrato tra seta, mikado, raso, paillettes, tulle, chiffon. Sintesi di un lusso tribale, costruito con stampe etniche – tatoo, drappeggi, simmetrie che convive con abiti da Red Carpet.
Delicatezza e leggerezza ispirano da sempre Elie Saab che riprende anche per questa collezione il suo leitmotiv mentre, da Valentino il duo Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli portano sulla passerella tutta la magia – e la maestria – di abiti che si ispirano a fiori, giardini, con cascate di ruches e volant. Giambattista Valli dipinge icone rinascimentali coprendole però di stampati animalier, fiori ricamati, organza ed effetti 3D. Un abbraccio fra sacro e profano.
Haute Couture che guarda avanti.
Ornella Fontana