L’ANNUNCIO – È arrivata «come un fulmine a ciel sereno» ma ha immediatamente fatto il giro del mondo la notizia delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, che ha annunciato la sua scelta pubblicamente nel corso del Concistoro ordinario per la canonizzazione di alcuni beati. I cardinali presenti sono rimasti stupiti e increduli ma la decisione di Ratzinger non è arrivata all’improvviso. «Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino». Il Pontefice ha ringraziato «tutti di cuore» e chiesto «perdono per i miei difetti».
Il seme che muore per portare frutto, un Papa che si fa da parte per il bene di quella Chiesa che tanto ama e che, in un momento difficile come quello attuale, ha bisogno di forze nuove e di nuovo slancio: «Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando – ha aggiunto il Papa – Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato». Si conclude così un pontificato durato 7 anni e 9 mesi, visto che Benedetto XVI era salito al Soglio pontificio il 19 aprile 2005.
GLI SCANDALI – Molto è stato detto e scritto sulle dimissioni di Benedetto XVI motivate, secondo alcuni, non solo da ragioni di età ma soprattutto dal peso degli scandali che il Papa ha dovuto sopportare negli ultimi anni. I preti pedofili, Vatileaks, le vicende dello Ior, l’ostilità della Curia romana avrebbero inciso nella decisione finale di Ratzinger, che nei sette anni di mandato è riuscito a fare riforme importanti come l’inasprimento delle procedure processuali, e a richiamare a penitenza l’intera Chiesa e le singole comunità nazionali. Ma non è riuscito nel governo della Curia, dove le riforme finanziare non hanno portato i risultati sperati. Puro di cuore, fine teologo, interessato più all’annuncio della Parola di Dio che alle beghe interne della Santa Sede, Benedetto XVI ha ripetuto più volte che «il cuore della Chiesa non è dove si progetta, si amministra, si governa, ma è dove si prega». Già quando era Cardinale aveva avuto il coraggio di denunciare i mali interni della Chiesa, da Papa si è mosso con forse troppa prudenza, finendo per scontentare i suoi sostenitori e inasprire i detrattori.
Degli scandali vaticani, in particolare del furto dei documenti riservati, si è occupato Gianluigi Nuzzi nel suo libro Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI (Chiarelettere), svelando la quotidiana precarietà della Chiesa, tra affari assai poco trasparenti e congiure di palazzo, e spiegando i motivi delle intemperanze di molti vescovi in ogni parte del mondo.
STAMPA ESTERA – L’annuncio ha immediatamente scatenato le reazioni di tutto il mondo, religioso, laico e politico. La vicenda delle dimissioni di Benedetto XVI avrà ripercussioni sul futuro della Chiesa, chiamata nuovamente a interrogarsi su come affrontare le crisi interne ed esterne che la affliggono, ma interessa sicuramente anche le principali potenze occidentali, che guardano con attenzione e apprensione a quanto sta avvenendo nel piccolo Stato del Vaticano. Basti pensare che negli Stati Uniti il termine più ricercato della rete è Pope, Papa appunto, e che l’articolo che il New York Times dedica alla vicenda è il più letto di tutta l’America. Il quotidiano newyorkese pone l’accento sugli scandali e le divisioni interne che hanno segnato il pontificato di Benedetto XVI, definito uno «studioso tranquillo» che si è trovato a fare i conti con «supporter e detrattori». Il Wall Street Journal si sofferma sull’eredità lasciata dal Pontefice, fatta di fede ma anche di una macchinosa burocrazia che va snellita. Il Washington Post e il quotidiano argentino La Nacion hanno invece evidenziato la dura lotta per la successione che dovrà portare al soglio di Pietro un papa che renda i «cattolici nuovamente evangelizzatori».
In Europa, il Guardian titola ponendo l’accento sullo sconcerto suscitato dalle dimissioni di Benedetto XVI mentre il Times riprende le dichiarazioni del Pontefice sulla sua fragilità. In Germania, la Bild cita lo scandalo Vatileaks mentre Sueddeutsche Zeitung, giornale bavarese, scrive: «questo ritiro fa saltare in aria una tradizione di duemila anni e la stessa immagine che il papato cattolico ha di se stesso. Ma non ha toccato la catena della tradizione, l’ha rafforzata». In Francia Le Figarò titola “L’umiltà di un Papa” mentre lo spagnolo El Mundo si sofferma sulle questioni legate alle successione, dal desiderio degli italiani di riprendersi il papato all’esigenza di eleggere un Pontefice straniero per spezzare i poteri interni alla Curia romana.
SOCIAL NETWORK – Le dimissioni di Benedetto XVI sono immediatamente diventate l’argomento più discusso sui social network, Twitter e Facebook in primis, che da ieri sono affollati di post e foto che ritraggono il Papa. Tanti i commenti, giunti da ogni parte del mondo. C’è chi difende la scelta del Pontefice, chi la critica citando l’esempio di Giovanni Paolo II, chi si schiera a prescindere contro Benedetto XVI. E non mancano neppure le parodie, soprattutto quelle che ritraggono i vari Berlusconi e Monti nelle vesti del successore di Ratzinger.
LE CONSULTAZIONI – In Vaticano oggi tutto tace. I porporati delle diocesi più lontane preparano la trasferta romana mentre una schiera di fedeli increduli si è recata in Piazza San Pietro per salutare virtualmente Benedetto XVI, che domani non celebrerà le Ceneri all’Aventino ma ha espresso il desiderio di poter officiare in San Pietro alla presenza del Collegio Cardinalizio. Molto probabilmente si tratterà dell’ultima celebrazione liturgica concelebrata dal Papa dimissionario. Il pontificato di Papa Benedetto XVI avrà termine alle ore 20 del 28 febbraio. Da quel momento la Sede sarà vacante. Molto probabile che il Conclave sceglierà il successore entro marzo, in tempo per le celebrazioni della Pasqua. Ratzinger invece, terminato il mandato, si trasferirà in un primo momento a Castel Gandolfo e poi tornerà in Vaticano per ritirarsi in preghiera in un ex monastero di clausura.
Piera Vincenti