FOTOGRAFIA: LA ROMA DI CARBONE E GENTILINI

Carbone 14 via veneto 1958È una Roma pittoresca in cui si colgono già i segnali del cambiamento, quella raccontata dalle immagini di Mario Carbone ed Emilio Gentilini. A questi due grandi fotografi romani, dal 1° marzo al 5 maggio 2013, il Museo di Roma in Trastevere dedica la mostra I volti, le pietre, la città. Mario Carbone – Emilio Gentilini che raccoglie oltre 100 fotografie provenienti dalla collezione del  Museo di Roma in Trastevere e dalla collezione privata dell’archivio di Carbone, in fase di acquisizione da parte del Museo, grazie alla generosa donazione del fotografo.

L’intento è quello di valorizzare e rendere visibile al pubblico parte dell’immensa collezione fotografica del museo trasteverino che si avvale anche di importanti fondi fotografici. Alcune delle immagini in mostra, scattate tra il 1952 e il 1985, non sono mai state esposte al pubblico. La mostra è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovrintendenza Capitolina, a cura di Silvana Bonfili e Donatella Occhiuzzi con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.

image001Molte le affinità tra i due autori, come la scelta rigorosa del bianco e nero e il soffermarsi sui volti espressivi delle persone. Differenti invece la poetica e le tematiche oggetto delle fotografie.

Le immagini di Mario Carbone si distinguono per una poetica realista che documenta luoghi ed individui colti con nitida coerenza sia nelle istantanee che ritraggono ambulanti e operai nei rioni della città popolare, sia in quelle che documentano le vie dell’arte o della moda (Via Margutta, Via Veneto, Piazza del Popolo), frequentate da signore eleganti e personaggi famosi. Lo sguardo di Carbone si fa più antropologico nelle fotografie che ritraggono i fedeli in visita a San Pietro con il sacerdote che fa da cicerone o le turiste devote inginocchiate con i loro abiti stravaganti. Le donne e gli uomini ritratti nella semioscurità delle osterie (si veda la famosa immagine Osteria del Vero Albano) sono invece pervase da una vena di struggente malinconia. Le immagini di Roma degli anni Settanta e Ottanta del XX secolo danno invece più spazio alle tematiche sociali: le manifestazioni politiche e di protesta, la scena “povera” e le pareti spoglie di cantine e garage adattate a palcoscenici dove Carbone ritrae l’avventura irripetibile dei teatri d’avanguardia romani.

image003Emilio Gentilini circoscrive la sua indagine per immagini, negli anni Settanta dello scorso secolo; in particolare nel rione popolare di Trastevere. Luoghi e personaggi esprimono carica vitale ed energia: piazze e vie sono ingombre di persone e dei loro spesso poveri “strumenti del mestiere”. La città è ancora vissuta nella comune partecipazione di spazi e ritualità quotidiane e festive. Gentilini osserva e ritrae, con ironia e personale leggerezza, una Roma intenta e indaffarata in molteplici attività, personaggi alle prese con lavori scaturiti da una creatività spesso tutta romana, lavori stanziali ed ambulanti (le botteghe storiche, ma anche le improvvisate vendite di generi alimentari davanti alla soglia di casa, la raccolta di cartoni etc.).

Molte le immagini dedicate alla socialità e alla religiosità (il battesimo, il matrimonio, le processioni). Usi e costumi nati dal bisogno e dall’inventiva estemporanea, tali da tramutare la necessità in vera estetica popolare (l’arredo dei balconi e dei davanzali, la metodica nello stendere i panni alle finestre, il catino per lavare i panni che diventa scaldino). E ancora, lo svago e il tempo libero vissuti fuori dalle mura domestiche dove strade, marciapiedi e cortili diventano territorio vissuto e partecipato per ballare il saltarello, giocare a “zecchinetta” e scambiare quattro chiacchiere con la vicina. Dunque i due autori ci restituiscono attraverso queste immagini un patrimonio prezioso di umanità generosa e vitale che si fonde con la storia stessa della città che abitano.

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