Al Teatro San Carlo di Napoli, in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, sono in programma una serie di iniziative di marketing emozionale dal 23 febbraio al 3 marzo 2013.
Le iniziative – In particolare cento ragazzi degli Istituti Caracciolo ed Isabella D’Este di Napoli, con indosso la maschera del compositore, tuba e sciarpa bianca, distribuiranno in diversi luoghi cittadini, a partire dalla prossima settimana, un flyer che reinterpreta la famosissima banconota da mille lire (Edizione del 1969-81) con il celebre ritratto di Verdi firmato da Giovanni Boldini nel 1886. Sul retro della banconota, la facciata del Teatro San Carlo sostituisce quella originale del Teatro alla Scala. «Nell’anno del bicentenario di Verdi e Wagner – afferma la sovrintendente Rosanna Purchia – il San Carlo ha fortemente puntato sul compositore italiano, ricordando la sua vicinanza con Napoli. La nostra banconota da mille lire diventa un oggetto simbolo per testimoniare non solo il particolare legame di Verdi con il San Carlo, ma l’amore della città e della sua gente per il maestro. È un messaggio rivolto soprattutto alle giovani generazioni, e per questo abbiamo voluto coinvolgere gli studenti napoletani nella realizzazione di uno spot e nella distribuzione della mille lire verdiana».Per la recita del 1 marzo del Requiem, il San Carlo riserva agli under 18 e ai pensionati con reddito minimo, la possibilità di assistere allo spettacolo al prezzo speciale di 15 euro. Altre offerte speciali sono invece riservate ai membri della Community sancarliana e ai docenti e agli studenti universitari nelle date del 26 e del 28. In occasione del Bicentenario, la Fondazione Teatro di San Carlo attiverà una collaborazione con la sezione Lucchesi Palli della Biblioteca Nazionale di Napoli che ha recentemente curato, grazie all’apporto di Maria Rosaria Grizzuti e Gennaro Alifuoco, l’Album Verdi, opera di Ercole Alberghi, appassionato cultore della figura e dell’opera di Giuseppe Verdi. La raccolta – assemblata nel 1913, con qualche aggiunta postuma – contiene circa ottanta autografi verdiani, ritrovati in maniera fortunosa dal curatore. Si tratta di documenti scritti negli ultimi quattro anni di vita dal maestro di Busseto e da questi destinati al cestino, recuperati grazie alla previdenza di Teresina Nepoti – per sette anni governante in casa Verdi – che invece di distruggere quei pezzetti di carta strappati li conservò accuratamente. In conferenza, Vincenzo De Vivo si è soffermato sul Requiem diretto da Luisotti, con le parti soliste affidate a quattro “fuoriclasse” verdiani: il soprano Maria Agresta (tra le migliori giovani del panorama italiano, già diretta da Riccardo Muti e Daniel Barenboim), il tenore Marcelo Alvarez (riconosciuto tra le voci più importanti in circolazione) e Szabolcs Brickner che canterà nella recita del 1 marzo, Luciana D’Intino (definita dal Sunday Times un “glorioso mezzosoprano” che proprio quest’anno festeggia i 30 anni di carriera), e Vitalij Kowaljow (tra i migliori bassi specializzati nel repertorio verdiano). “Ci sono tutte le carte in regola per una grande Messa da Requiem”, sottolinea De Vivo, anticipando che il San Carlo intende proseguire proprio con il suo direttore musicale, Nicola Luisotti, “in una serie di manifestazioni su di una strada verdiana, per ricordare il rapporto speciale tra il compositore e il San Carlo che sarà portatore nel mondo di un’immagine nuova di Verdi legata alla cultura musicale e alla cultura dell’uomo”. Dopo la “Traviata” che ha inaugurato lo scorso 5 dicembre la Stagione 2012-13, il San Carlo propone con il “Requiem” il secondo omaggio in cartellone al compositore italiano nell’anno del bicentenario dalla nascita. Dal 17 al 26 maggio è in programma invece “Il Rigoletto”, per la regia di Arnaud Bernard e la direzione di Pier Giorgio Morandi, primo appuntamento italiano del 2013 per il baritono Dmitri Hvorostovsky nel ruolo del titolo.
Verdi e San Carlo, un connubio lungo tre composizioni – A testimonianza del rapporto storico tra il compositore e il San Carlo, si ricordano ben tre opere commissionate dal teatro napoletano a Verdi: l’Alzira (1845), Luisa Miller (1849) e Gustavo III (1858), quest’ultimo titolo presentato poi al Teatro Apollo di Roma nella versione censurata nota come “Un Ballo in maschera”. Amatissimo dai napoletani, alla terza replica di Aida, nel 1873, Verdi fu chiamato alla ribalta ben 50 volte. E ancora, e ad aspettarlo all’uscita dal teatro, il popolo al culmine dell’entusiasmo, staccati i cavalli, portò a spalla la carrozza del compositore fino al Chiatamone dove il maestro alloggiava. L’unica composizione da camera di Verdi è un Quartetto scritto per le prime parti dell’orchestra del San Carlo. E ancora il 22 dicembre 1949, più di un secolo dopo la prima rappresentazione del Nabucco, il corrispondente del «Corriere» così scriveva: «È accaduto ieri al San Carlo, un fatto insolito e inatteso, un fatto che invece nel secolo scorso si verificava di frequente, quando Verdi era insieme simbolo musicale e patriottico. Al Va’ pensiero è sceso dall’alto dei palchi una pioggia di manifestini tricolori. Un lungo applauso al ritmo di Viva l’Italia, Viva Verdi, quasi un appello disperato di chi cerca un sommo bene perduto […]». Ecco perché Napoli ha deciso di inaugurare la sua stagione lirica con un’opera di Verdi (La Traviata firmata da Ferzan Ozpetek). Ecco perchè il nuovo progetto “Mille Verdi a Napoli” è integrato da uno spot realizzato dal Teatro con gli studenti napoletani dell’Isis Caracciolo (coordinati da Alessandra Boccanfuso, e seguiti registicamente dall’artista Monica Biancardi) che indossano panni verdiani tuba compresa e che saranno i nuovi speciali testimonial della presenza di Verdi a Napoli. Da oggi, in giro per la città, i “verdini in tuba” distribuiranno ai passanti la banconota “reinterpretata”, ricordando l’appuntamento musicale della Messa da Requiem diretta dal maestro Nicola Luisotti, direttore musicale del Lirico, in programma dal 24 febbraio al 3 marzo prossimo. Coro e orchestra dialogheranno per l’occasione con i solisti Maria Agresta, Marcelo Alvarez, Luciana D’Intino e Vitalij Kowaljov.