È stata inaugurata oggi, 18 febbraio 2013, a Roma la mostra Il fascino discreto dell’oggetto. La natura morta dalle collezioni della Galleria nazionale d’arte moderna 1910-1950. Delle oltre 300 opere che il museo possiede su questo soggetto, ne sono state scelte circa 150 fra dipinti, disegni, stampe databili dal 1910 e il 1950.
Quasi tutti gli artisti italiani del Novecento si sono cimentati con la natura morta, ma è soprattutto nella prima metà del secolo che questo soggetto si può considerare una cartina di tornasole dell’innovazione dei linguaggi e delle poetiche. Più che un genere da perpetuare con consuetudine paziente, è stato un campo di sperimentazione, in cui l’oggetto si è posto ora come veicolo di espressione lirica, ora come tema di ricerca formale. L’impronta originale degli artisti si scorge anche nella “messa in posa” degli oggetti, il più delle volte umili e quotidiani, che, nella loro composizione, a volte diventano motivi metaforici a volte nascondono riferimenti autobiografici.
Anche le più significative sperimentazioni delle avanguardie (Futurismo – Metafisica – Astrattismo, ecc.) non rinunciano a misurarsi con la natura morta, ma destrutturano e stravolgono l’oggetto, violando ogni regola accademica, rifiutando la rappresentazione realistica e ricercando nuove relazioni spazio – temporali. La critica, però, ha a lungo considerato questo genere minore e “femminile”; anche per tale motivo le nature morte, soprattutto quelle eseguite dalle donne, sono state più spesso selezionate per il deposito esterno delle opere della Galleria, allo scopo di arredare ambasciate, ministeri e altre sedi istituzionali, in Italia e all’estero.
La mostra, che abbraccia la prima metà del Novecento, focalizza l’attenzione proprio sugli esemplari meno noti, se non addirittura ignorati, e comunque su quelli che hanno riscosso minore fortuna critica, anche se di qualità comunque alta. Per questo motivo sono escluse dalla mostra le opere che il pubblico incontra nell’attuale percorso museale o che sono state esposte spesso in passato. Non mancano comunque i protagonisti, da De Chirico a Manzù, e un posto speciale è ovviamente riservato a coloro che della natura morta hanno fatto un cavallo di battaglia, come Morandi, de Pisis, Pirandello, comunque presenti con lavori meno conosciuti. Per questi artisti, infatti, il tema è assurto a scelta linguistica ed espressiva, ponendosi come riflessione sulla memoria e dialogo con la propria interiorità. Si è stabilita così un’intesa sommessa e poetica con quel che viene raffigurato, al punto che i semplici oggetti quotidiani sono arrivati a trascendere il concetto stesso di Natura Morta.
Sulla scia delle mostre dedicate ai grandi nuclei d’arte moderna del museo, anche questa è stata l’occasione per uno studio articolato sulle vicende di queste opere, molte delle quali inedite. Anziché un catalogo a stampa, viene fornita al pubblico una postazione interattiva che, attraverso diverse piste di ricerca, consente di visualizzare tutte le opere, anche non esposte, dedicate al tema della natura morta nelle collezioni della GNAM, di ottenere informazioni dettagliate su ciascuna e di accedere anche alle notizie biografiche sugli autori. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 2 giugno.