Al Teatro Elfo Puccini di Milano dal 23 febbraio 2013 sta andando in scena “La giornata di una sognatrice” di Copi, con traduzione di Oreste Del Buono, per la regia di Giuseppe Ingrò, presentato da PhoebeZeitgeistTeatro.
PhoebeZeitgeistTeatro, dopo Le Quattro Gemelle e Loretta Strong, torna alla sua ossessione per la drammaturgia di Copi con il primo testo in francese del folletto argentino appena fuggito dal suo amato-odiato paese peronista e catapultato nella Parigi di fine anni Sessanta.
Presentato in prima assoluta al Teatro Out Off di Milano nel giugno del 2012, lo spettacolo, che sarà in scena a Milano sino al 3 marzo 2013, ha ottenuto ottimi riscontri di pubblico e di critica.
La Giornata di una sognatrice ha l’illusoria parvenza di una commedia sentimentale-esistenziale ma presto si rivela invece uno degli esempi più gioiosi e pungenti dell’afasia glitterata di Copi e della sua sottilissima indagine sui rapporti umani e sugli infiniti equivoci che si creano tra il desiderio e la sua soddisfazione. La giornata perfetta che Gianna, la protagonista, tenta di costruire risulta impossibile e caricaturale grazie ad un testo paradossale e vorticoso e a personaggi che piombano in scena a disturbare e a interrompere, a finire e a ricominciare, che si propongono di continuo irrazionalmente e, irridendo alla logica dei fatti e della vita, scatenano tutte le forze d’illusione e disillusione che solo il teatro può generare.
La routine è rappresentata come una beffarda e inalienabile forza centrifuga che muove alla reiterazione di una quotidianità da riempire di sogni, posticci sentimentalismi e buffe aspirazioni alla felicità, che sono una tragicomica distrazione dal vuoto dell’esistenza.
La giornata di una sognatrice non è tuttavia un testo amaro o pessimista: il gioco del teatro è l’edonistico spudorato “rimedio” che Copi si concesse in vita, il sornione e ironico superamento di ogni disperazione e di ogni patetismo che da lui hanno ricevuto in dono i suoi personaggi che, come pupazzi animati, superano qualsiasi limite esistenziale, ogni possibilità di autocommiserazione. Si disperano e poi ridono crudelmente, muoiono e resuscitano, esplodono e si rimettono insieme da soli.
L’idea registica parte dalla creazione di una sgangherata casa-ring, griffata da un segno ricorrente e seriale (lacrime, lampi divini, frutti avariati, ali d’angelo). I personaggi-attori, umanoidi e iperreali, vagano continuamente dentro e fuori dai loro caratteri, con la stessa ironica umanità dei personaggi a fumetti disegnati da Copi. Il tono della recitazione è anch’esso continuamente “dentro e fuori”, oscillando dal naturalistico al grottesco, dall’ironico allo straniato. Tutto lo spettacolo è percorso da un attento lavoro di fonica che crea l’atmosfera di un desueto e gommoso Video Game.
PhoebeZeitgeistTeatro (www.pzteatro.org) è un gruppo teatrale con base a Milano ha che tra i suoi obiettivi principali la produzione di spettacoli; non volendosi però chiudere a operare in un ambito di ricerca esclusivamente teatrale si occupa anche della creazione di eventi performativi (musica, video, performance) ed espositivi (in stretta collaborazione con artisti visivi).