Non c’è dubbio. Moschino trionfa un’altra volta sulle passerelle di Milano portando la cultura anglosassone nella sua espressione più curiosa, ironica, simbolica. Partiamo subito dalla scenografia e dalle musiche scelte. Il pubblico si scalda su note rock brit degli Anni 90, a partire da un cult di quei tempi: Wonderwall degli Oasis. Non basta.
Rossella Jardini vuole tutta “quella” scena musicale dove alla musica dei fratelli Gallagher si contrapponeva la band inglese dei Blur, guidata da Damon Albarn, nome che richiama anche all’icona dello styling brit. Dopo “Boys and Girls” (brano che portò al successo mondiale i Blur) arriva anche “Bitter Sweet Simphony” (The Verve, 1997) e il pubblico applaude. La musica diventa parte della collezione, ne fa da scenografia, la completa, la vivacizza.
Il gradimento- tutto meritato – è per quello che ancora una volta la maison è riuscita a fare: dare movimento a un’epoca, riviverla attraverso tagli e tessuti, giocare con i colori, richiamare immagini di una cultura brit che si mostra divertente, spensierata ma soprattutto elegante. Si parla anche di una musa ispiratrice, identificata in Ann Bofoey Taylor, l’istruttrice di volo della Seconda Guerra Mondiale che divenne un punto di riferimento per le donne dell’epoca, al pari d Jackie Kennedy. Le sue fotografie, pubblicate su Vogue e Harper’s Bazaar, mettevano in risalto quel look aviator, condito dalla passione per l’equitazione.
Moschino ha saputo cogliere l’input per preparare una collezione a base di tartan, spalmato su completi in doppio petto con colletto in velluto e pantalone skinny, capotti con fibbie in pelle nera e kilt scozzesi con il ricamo di una “M“. Quella lettera che identifica Moschino, che ne fa un dettaglio di stile su cromie rosso fuoco, contrapposte al blue notte e, in alternativa, anche a quel contrasto black&white che domina negli outfit più eleganti.
Diciamolo pure, quella di Moschino è stata una delle collezione più interessanti di queste giornate milanese, anche per un semplice motivo: la moda è capace ancora di divertirsi con “classe” senza cadere troppo negli eccessi, nella teatralità, nello stupore. Quelle divise scolastiche, i tailleur rivistati, il ricordo di una cultura britannica trionfale hanno lanciato Moschino direttamente sul podio delle migliori proposte della prossima stagione invernale.
Ornella Fontana