Prime giornate di New York Fashion Week e il tasso di moda sale alle stelle. E parliamo di costellazioni più più street, dark, punk. La settimana newyorkese, lunga ben 9 giorni quest’anno, promette novità a livello di gusto e soprattutto accenti su nuovi talenti, quelli che piacciono tanto ai colleghi degli States.
Piercing e catene sottili, deep black e stile edgy dominano così l’atmosfera della grande Mela, diventando collezione d’ispirazione scottish-punk per Edun. Sharon Wauchob qui disegna una femminilità più strong, quasi a ricordare movimenti musicali storici, come il punk, appunto, abbinati però a tradizioni scozzesi, a dettagli grafici, a tonalità metalliche. Nell’inverno di Edun non mancano così leggings in pelle stretch, giacce maschili, bluse come t-shirt e top che annullano ogni aderenza.
Tutto diventa over, tutto si mescola, persino le cromie: si passa così dal nero al grigio, dall’argento al rosso fuoco. Chiodi in pelle abbinati ad abiti superfemminili, lunghi, in seta, con spacco, da BCBG Max Azria. Lo stilista sa come giocare con la forma, come far coesistere romanticismo e geometria. Costruisce linee di sovrapposizioni, compone sinfonie fatte da tessuti e cromie diverse, osanna il mix & match delle lunghezze: ora corto, ora lungo, tutto da sperimentare, come i giacconi corti in panno e la pelliccia indossati con cappotti che vanno oltre ogni lunghezza, un po’ vintage, un po’ extra.
Le combinazioni di colore, pelle e tessuti seguono il leitmotiv notturno invece nella collezione di J Brand. Qui è tutto dark, il nero domina, il nero conquista e diventa il colore della storia, della musica, di una generazione, interpretata su leggings e pantaloni superaderenti, su giacche in stile chiodo, su cinture a fibbia maxi. Poi ci sono i nomi più di nicchia, quelli che hanno già sfilato ma che sono ancora una scoperta, quelli che incuriosiscono le prime file, quelle che mandano in estasi i fashion scout.
E tra questi citiamo la già conosciuta Creatures of Comfort, brand creato da quel talento di Jade Lai nel 2010 (dopo aver aperto un piccolo shop nel quartiere Nolita di New York, nel 2005) dove si respira un ritorno ai banchi di scuola, fatto quasi da divise, in bianco e nero, con un’aria un po’ da lolita ma assolutamente d’avanguardia, in perfetta tendenza futuristica.
Due nomi nuovi sotto il cielo di NYC: Timo Weiland, con un stile young, fatto di chiffon, trasparenze e tweed (la collezione ha un alta gradazione ironica, non male) e la giovane designer Tanya Taylor che propone per il prossimo Autunno/Inverno un gioco di contrasti tutto al maschile/femminile. Qui i colori sono vivaci, i toni pastello dipingono anche le pellicce mentre i cappotti in panno sono di derivazione puramente maschile. Grande attenzione a questi nuovi nomi. La scena newyorkese promette bene.
Ornella Fontana