Oggi, dopo aver esaminato i programmi di Oscar Giannino, dei Radicali, di Beppe Grillo e di Antonio Ingroia, analizzeremo le proposte della coalizione guidata da Pier Luigi Bersani. I progressisti, che usano lo slogan “Italia Giusta”, aprono il loro programma elettorale con un impegno politico, una sorta di giuramento fatto agli italiani, il cui comune denominatore – come si evince dal documento – sono le parole innovazione e buona politica.
«Dovremo colmare la faglia che si è scavata tra cittadini e politica. Qui non bastano le parole. Serviranno i comportamenti, le azioni, le coerenze – si legge nel testo -. Faremo in modo che buona politica e riscossa civica procedano affiancate. Il traguardo è ricostruire quel patrimonio collettivo che la destra e i populismi stanno disgregando: la qualità della democrazia, la legalità, la cittadinanza, la partecipazione. La realtà è che mai come oggi nessuno si salva da solo. E nessuno può stare bene davvero, se gli altri continuano a stare male; è questo il principio base del nostro progetto, sia nella sfera morale e civile che in quella economica e sociale», precisa la coalizione di Bersani alla fine del giuramento. Poi si comincia con i punti programmatici, partendo dall’Europa, la cui politica, sottoscrivono i democratici, deve essere intrecciata con un piano nazionale. «Noi siamo l’Europa, ma per salvare la finanza non si possono trascurare il lavoro e la ricerca», afferma la coalizione di Bersani che dice di voler seguire due direzioni: rafforzare la piattaforma dei progressisti europei e portare a compimento le promesse tradite dalla moneta unica, «integrando la più grande area economica del pianeta in un modello di civiltà che nessun’altra nazione o continente è in grado di elaborare».
I democratici sostengono inoltre di voler realizzare una serie di riforme per la riduzione della spesa pubblica, per la piena attuazione dell’articolo 49 della Costituzione e per garantire i diritti di genere, redigendo anche piani industriali per ogni singola amministrazione pubblica. Inoltre, affermano di voler effettuare una reale e incisiva lotta alle Mafie. Per quanto riguarda il lavoro, la coalizione di Bersani dice che bisogna ridare dignità a tutti i lavoratori, dall’operaio al piccolo imprenditore, ridisegnando il sistema fiscale, che alleggerisca il peso sul lavoro e sull’impresa, contrastando la precarietà, spezzando la spirale tra bassa produzione e compressione dei salari e dei diritti, e mettendo in atto politiche fiscali per incentivare il lavoro femminile. Altro aspetto del programma di Pier Luigi Bersani riguarda le disuguaglianze sociali, di genere e geografiche. Queste ultime interessano il Nord e il Sud del Paese. Tra gli ultimi punti figura il tema della libertà, soprattutto quella dei giovani di «costruirsi un futuro grazie a un sistema più meritocratico». In che modo? «Promuovendo il sapere e quindi la ricerca anche attraverso un piano contro la dispersione scolastica». Il programma si chiude con alcuni riferimenti «allo sviluppo sostenibile, al rispetto dei diritti del cittadino e ai servizi pubblici intesi come bene comune». Infine, i progressisti fanno un nuovo giuramento: dichiarano di impegnarsi a «creare una maggioranza stabile e coesa».
Per approfondire il programma clicca qui: http://www.partitodemocratico.it/Allegati/il-programma-dei-democratici-e-dei-progressisti.pdf
Carla Cesinali