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Nelle piazze, lungo le strade, nelle viscere della metropolitana e nelle fabbriche scorre la vita di un pezzo di Roma. Mario è un avvocato tiepido nel lavoro quanto attaccato alla moglie Mariela e al figlio Samuele; Cecil è una donna piacente che convive con l’inquieto figlio Alberto; Adina è una giovane donna insicura dei suoi sentimenti; Federico è un affermato avvocato che non riesce a convivere con l’ingombrante memoria del suocero e Gaia è una mite artista incompiuta. In questo clima di stabile precarietà, questi individui faranno le loro mosse illudendosi di riuscire ad affrancarsi dalla propria miserabile sorte anche attraverso azzardi e crimini. Innescheranno un meccanismo che in modo spietato trascinerà tutti verso l’inesorabile epilogo. Qualcuno di loro diventerà un brigatista, qualcuno di loro riuscirà a salvarsi ma bene o male tutti saranno delle vittime…
Roma Rossa (Sacco, pp. 372, Euro19,90) è un romanzo avvincente costruito dopo una lunga ricerca storica. I dialoghi sono molto verosimili e i personaggi sono descritti con precisione letteraria e storica. La trama è complessa e articolata ma l’autore, Felice Maccaro, riesce a intessere i fili e a mantenere alta l’attenzione. Accanto alla storia d’amore e al tema del terrorismo, si dipana il dramma della maturazione, della crescita, della responsabilità familiare e investigativa. Alla fine arriva il riscatto di molti personaggi e il trionfo della ragione e dei sentimenti sulla tecnologia e le ideologie politiche.